Il problema della sicurezza, della salute e della legalità nel lavoro torna ad essere al centro di una forte iniziativa sindacale a livello nazionale ma anche della provincia di Frosinone.
Non si può accettare che solo in alcuni periodi e per alcuni casi eclatanti ci si mobiliti, si esprima sdegno e rabbia.
Si tratta di grandi sofferenze per lavoratrici e lavoratori e per tutta la società chiamata a partecipare a lutti inaccettabili senza trascurare il costo del 3% del PIL(ben oltre 40miliardi di euro l’anno).
Su tale problematica abbiamo rivolto alcune domande a Domenico Di Palma, segretario generale aggiunto della CISL ciociara, delegato anche per i problemi sul mondo del lavoro.
Incominciamo dall’impegno della CISL e del sindacato confederale sul fronte della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro. A che punto è l’impegno della CISL? “Prima di inoltrarci nella risposta va sottolineato che il sindacato confederale, con la recente assemblea dei quadri e delegati di CGIL CISL e UIL tenutasi a Roma il 12 c.m., ha voluto porre la questione della salute , della sicurezza e della legalità al centro di una iniziativa legislativa non episodica ma organica e complessiva.
Andando alla domanda non si può non evidenziare che l’impegno della CISL e di tutto il sindacato confederale anche a livello del nostro territorio è proteso a far si che, attraverso gli strumenti normativi, di informazione e formazione, si punti,per garantire più sicurezza nei luoghi di lavoro, a creare condizioni concrete e culturali che partano dalla “qualità del lavoro” e dell’impresa e dall’applicazione di tutte le norme che sono in vigore.
Non è più concepibile che nel nostro Paese vi siano oltre 1300 morti all’anno ed oltre un milione di infortuni. Ogni anno oltre 100miliardi della spesa sanitaria se ne vanno per gli infortuni. Una situazione non più sostenibile”.
Ancora? “Al fine di garantire condizioni concrete di lavoro di qualità, di benessere, centrale è affrontare e contrattare l’organizzazione del lavoro in tutte le sue espressioni ed implicazioni, a partire dalla diverse tipologie di rapporto di lavoro, dalle modalità di lavoro e di orario. Importanti sono i percorsi formativi del personale, i sistemi di salute e sicurezza, e il ruolo del RLS(responsabile dei lavoratori per la sicurezza), nonché la valutazione dei rischi, la definizione dei Piani per la sicurezza e la prevenzione.”
A riguardo, come è la situazione nella nostra provincia? “ La situazione nella nostra provincia rispecchia la tendenza nazionale.
Da noi dobbiamo registrare, soprattutto nel campo dell’edilizia e dell’agricoltura( in calo rispetto al passato), per fenomeni legati anche al lavoro sommerso e non propriamente legale, casi gravi di incidenti ed anche di morti. Per quanto riguarda il settore edile, al fine di innestare un serio percorso di legalità, si ritiene di individuare alcune priorità: rafforzare il Durc(documento unico di regolarità contributiva); istituire una patente a punti per le imprese per iniziare l’attività, revocabile se non rispetta le normative antinfortunistiche e la regolarità delle assunzioni; escludere dalle gare ed espellere dal mercato le imprese non in regola.
In diverse occasioni ho richiesto l’avvio e la rivitalizzazione dei confronti con i soggetti istituzionali provinciali (D.L.,INAIL INPS ASL…) e con le controparti datoriali al fine di trovare percorsi comuni per fronteggiare una situazione che con il tempo va peggiorando. Da subito occorre rimettere in moto tutti gli strumenti normativi e di concerto per, in maniera più concreta, stabilire un percorso che dia un risultato immediato.Non possiamo aspettare oltre. Non è il tempo dei rimandi. E’ necessario convocare, a scadenze ravvicinate, il “Tavolo permanente di concertazione”in materia di salute e sicurezza sul lavoro, istituito presso la Prefettura, per definire e sviluppare programmi di impegni affinché la normativa prevenzionistica possa trovare rapidamente applicazione in tutti i luoghi di lavoro”.
Il più delle volte alla base dei gravi incidenti sul lavoro vi sono cause legate a fenomeni , come il lavoro nero, la precarietà , il lavoro minorile. Come affrontarli? “Un primo modo per dare una risposta al problema sta nel come concepire, culturalmente, la dinamica che è nel mondo del lavoro. Non tutti i lavoratori sono uguali, non tutti vivono condizioni di lavoro di qualità in ambienti sani. Una parentesi: il problema della sicurezza nel nostro Paese è complesso.,Quanti sono gli edifici pubblici fuori legge?
Tale elemento dà forza a quanto dicevo sopra: occorre ripristinare una dimensione culturale del problema. Senza ciò ogni discorso , ogni volontà trovano ostacoli per una soluzione concreta. Quanto lavoro nero, sommerso, quanto lavoro minorile, quanto sfruttamento femminile e dei migranti esiste nel nostro sistema? Le statistiche ci dicono che sono centinaia di persone. Il lavoro nero, quello sommerso, quello illegale aggravano la situazione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Non solo: esso ruba denaro alla comunità e toglie risorse ai sistemi previdenziali ed assicurativi. Una grave perdita per l’erario ma soprattutto per la nostra civiltà, per la nostra crescita. Quanto è vasto il palcoscenico della precarietà? Sono domande che aspettano risposte immediate e concrete. La CISL è pronta a dare una mano fattiva.”
Cosa fare? “Il Governo , il Parlamento possono e debbono porre attenzione al tema, come più volte richiamato dal Santo Padre Benedetto XVI e dal Presidente della Repubblica.
Tra le cose che noi riteniamo da fare ci sono: concertare e confrontarsi con le parti interessate; avviare la revisione della normativa che regolamenta il sistema assicurativo; definire la struttura e le modalità per un efficace coordinamento tra le diverse istruzioni pubbliche a tutti i livelli; individuare i criteri per la qualificazione delle imprese mediante obblighi formativi per i datori di lavoro; definire le linee di indirizzo per un piano formativo sui temi della salute e della sicurezza coinvolgendo le parti sociali e preveda il sostegno all’aggiornamento di Rls/Rlst e datori di lavoro.
In questo quadro si collocano: l’elaborazione del nuovo Testo Unico su prevenzione, salute e sicurezza recependo le direttive europee e le convenzioni OIL; l’ integrazione dei patrimoni informativi,a ogni livello,(regionale, dell’Ispel e dell’Inail) con l’obiettivo di fornire a soggetti istituzionali e non informazioni utili per pianificare gli interventi preventivi di competenza a livello aziendale e territoriale.”
Cosa fare? “Il Governo , il Parlamento possono e debbono porre attenzione al tema, come più volte richiamato dal Santo Padre Benedetto XVI e dal Presidente della Repubblica.
Tra le cose che noi riteniamo da fare ci sono: concertare e confrontarsi con le parti interessate; avviare la revisione della normativa che regolamenta il sistema assicurativo; definire la struttura e le modalità per un efficace coordinamento tra le diverse istituzioni pubbliche a tutti i livelli; individuare i criteri per la qualificazione delle imprese mediante obblighi formativi per i datori di lavoro – non è concepibile che “per qualificare” un operaio sono necessari dai 3 a 5 anni di apprendistato mentre per qualificarsi “imprenditore” è sufficiente l’iscrizione nel registro delle imprese –; definire le linee di indirizzo per un piano formativo sui temi della salute e della sicurezza coinvolgendo le parti sociali e preveda il sostegno all’aggiornamento di Rls/Rlst e datori di lavoro.
In questo quadro si collocano: l’elaborazione del nuovo Testo Unico su prevenzione, salute e sicurezza recependo le direttive europee e le convenzioni OIL; l’ integrazione dei patrimoni informativi,a ogni livello,(regionale, dell’Ispel e dell’Inail) con l’obiettivo di fornire a soggetti istituzionali e non informazioni utili per pianificare gli interventi preventivi di competenza a livello aziendale e territoriale.”
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Intervista al Segretario Generale Aggiunto, Domenico Di Palma
Ufficio Stampa e Comunicazione CISL (Mario Cerroni)