Intervento di Donato Galeone sul TFR presso l’Univeristà di Cassino
Gli ultimi dati al 30 maggio 2007 indicavano che 3 lavoratori su 4 dovevano ancora decidere se lasciare il proprio TFR in azienda o conferirlo alla previdenza complementare.
Il 22 marzo 2007, al nostro incontro informativo – divulgativo sul “TFR e la previdenza complementare” svoltosi presso la Camera di Commercio di Frosinone, il Dott. Pollastrini, Consulente del Ministro del Lavoro, affermava che, in Italia, il 13% dei complessivi potenziali lavoratori, che possono aderire alla previdenza complementare, sono già iscritti a forme di previdenza complementare.
Al 30 giugno 2007 si stima di raggiungere il 40% circa di adesione alla previdenza complementare, attraverso la scelta esplicita o con il silenzio assenso. E’ una previsione da considerare ragionevole, quale iniziale avvio di una scelta generalizzata tra i lavoratori italiani.
E’ vero:si tratta di una scelta nuova, non facile da comprendere perché è scelta complessa.
Ma è scelta importante e possibile da capire.
Perchè – lo ripetiamo anche a Cassino – non si tratta di una scelta “accessoria”; si tratta di una scelta “indispensabile”, se si vuole costruire un futuro reddito da pensione, adeguato alle normali necessita di vita e dignitoso per una persona.
Sul nuovo quadro normativo-riformatore del TFR e la pensione complementare; sulla destinazione e le tecniche attuariali del TFR nei fondi, ascolteremo le relazioni dei Professori Marimpieri, Pileggi e Angrisani, che anch’io ringrazio per la loro disponibilità, condivisa dalla Direttrice della Sede INPS di Cassino e dal Direttore della Sede Provinciale di Frosinone.
La mia breve comunicazione, a nome del Comitato Provinciale evidenzia alcuni aspetti sul “TFR e la complementare” da noi ritenuti utili ed importanti, non solo in questi ultimi quindici giorni che ci separano dal 30 giugno 2007.
Sappiamo tutti, ormai, che la nuova normativa fissa una scadenza al 30 giugno 2007 per decidere se lasciare il TFR in azienda o conferirlo alla previdenza complementare, mediante la consegna all’azienda dei moduli TFR 1 o TFR 2 compilati dai lavoratori.
A nostro avviso, tra le novità riformatrici, è necessario evidenziare l’utilizzo di un altro nuovo meccanismo, dopo due anni di iscrizione:
la possibilità di cambiare fondo di previdenza complementare.
Dobbiamo, inoltre, esaltare la novità della “trasparenza” su tutte le forme di previdenza complementare perchè favorisce il lavoratore che, ricevuta annualmente la scheda informativa individuale ed il prospetto sintetico della sua posizione e, conosciuti anche i costi complessivi di gestione, può non essere soddisfatto della forma previdenziale a cui è iscritto.
E allora che fare, in tali eventuali situazioni insoddisfacenti?
Ripetiamo anche oggi, che se il lavoratore è insoddisfatto, soltanto dopo due anni, dalla iscrizione ad una forma di previdenza complementare, potrà chiedere il trasferimento della sua posizione.
Così come è possibile ripensare, responsabilmente, su una scelta del TFR già fatta in questo primo semestre 2007.
Su due altri aspetti mi permetto richiamare la nostra riflessione.
1- Se il lavoratore ha scelto di lasciare il TFR presso l’azienda può cambiare idea in qualsiasi momento e passare alla previdenza complementare.
2- Soltanto un solo aspetto di scelta è irrevocabile ed irreversibile:
non è possibile tornare indietro dalla scelta sulla previdenza complementare.
Un ultimo utile flash sulla tassazione del TFR che certamente sarà richiamato dai relatori.
Innanzitutto ricordo a me stesso che il 22 marzo 2007 a Frosinone il Dott. Pollastrini – Consulente del Mnistro – con il Presidente Lotito – presente anche oggi al nostro incontro – rilevavano l’importanza delle convenienze che il lavoratore può considerare al momento della sua scelta anche per i riflessi di previsione economica complessiva, dovuta ad una più favorevole tassazione del TFR.
La normativa prevede che:
se il TFR resta in azienda la liquidazione è tassata al 23%.
se il TFR è versato alla previdenza complementare la tassazione è del 15% che può scendere, dopo il quindicesimo anno di iscrizione, dello 0,30% annuo per arrivare ad un minimo di tassazione di circa il 9-10%.
Oggi che parliamo tanto di ridurre le tasse è opportuno questo motivato richiamo.
Ma aggiungo una ultima riflessione generale altrettanto motivata, se mi è permesso richiamare in questa autorevole sede di studi universitari.
Ritengo che la svolta riformatrice, con l’anticipo di un anno, dell’avvio del “Fondo Pensione Complementare” – mediante scelta libera dei lavoratori nella destinazione delle loro retribuzioni differite a fine rapporto di lavoro – ripropone, con determinazione, la discussione sulle regole e sul ruolo dei fondi pensione nel processo di accumulazione di capitali e nelle attività di investimento per uno sviluppo di una matura democrazia economica.
Anche per la mia provenienza sindacale democratica della CISL, appare attualissima, essenziale ed importante riprendere e approfondire questa tematica economica partecipativa, molto concreta e percorribile in relazione alla possibilità che i fondi pensione possano svolgere un ruolo attento, produttivo e diversificato degli investimenti e nella partecipazione al capitale delle imprese.
Penso, oggi, alla necessità di “concertare” una spinta verso la crescita economica ed il lavoro – non assistito ma produttivo – in un contesto di sviluppo occupazionale nell’impresa.
Appare, quindi, condivisibile la proposta di operare anche con “investimenti socialmente responsabili dei fondi pensione” in quanto rappresentano una frontiera avanzata di modello partecipativo e della democrazia economica oltre ad essere un “fattore competitivo” basilare per lo sviluppo dell’impresa.
Questa mia aggiunta tematica riproposta – innanzitutto – alla facoltà di economia dell’Università di Cassino – si integra, peraltro, negli orientamenti della stessa Unione Europea che, con la Direttiva n. 41/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio – in relazione alle attività e alla supervisione degli Enti pensionistici aziendali o professionali – ha assunto anche disposizioni prudenziali per l’attività di investimento dei fondi pensione.
Cassino, 14 giugno 2007
Il Presidente Comitato Provinciale Inps di Frosinone, Donato Galeone