Cgil Cisl Uil: Chiediamo a Zingaretti di modificare gli atti di indirizzo per l’adozione dell’atto di autonomia aziendale delle ASL
Le indicazioni date dal Commissario ad ACTA per la elaborazione del Piano dell’Atto Autonomo Aziendale impoverisce ancora di più la Sanità della Provincia di Frosinone.
Le linee guida standard infatti, previste dal Decreto Commissariale del 28 maggio 2013, impongono dei parametri che porteranno ad una drastica riduzione delle Strutture Complesse Ospedaliere e delle Strutture Semplici. Infatti si prevede una Struttura Complessa ogni a 17,5 posti letto, una Struttura Complessa Ospedaliera 13,5 posti letto e poi 1,31 Strutture Semplici per ogni Struttura Complessa. Nel programma operativo 2013 – 2015, è previsto, inoltre, il perseguimento dell’equilibrio economico – sanitario entro la fine dell’esercizio 2015.
Questo significa, che ci saranno aumenti dei ticket delle addizionali IRPEF che falcidieranno ancora di più, le retribuzioni dei Lavoratori Dipendenti e le Pensioni. Nonostante che, negli ultimi 7 anni, sono stati proprio loro che hanno pagato oltre 2 miliardi di euro di addizionali, per coprire il buco della Sanità ma senza alcun risultato tangibile ed evidente.
Infatti non c’è stato il benché minimo miglioramento dei servizi, anzi si è assistito al liet motiv dei tagli lineari che hanno reso “terzomondiste” le già precarie condizioni della Sanità Ciociara.
CGIL – CISL e UIL di Frosinone, ritengono e chiedono all’unisono al Commissario ad ACTA, che vanno modificate le linee guida che, così come sono oggi, tenderanno unicamente a sottrarre il diritto alla salute dei cittadini di questa Provincia.
Vanno pertanto abolite le macroaree, in quanto penalizzanti per Frosinone, va attivato, senza altre esitazioni, il DEA di secondo livello ed eventuali posti letto da tagliare vanno decurtati, invece, a Roma, aumentando, al contempo, i Posti Letto per Acuti nella Provincia di Frosinone.
Si deve, altresì, intervenire sulla mobilità passiva, va potenziata l’assistenza domiciliare, vanno aumentati i posti letto mancanti nelle RSA e va sviluppata una forte integrazione socio – sanitaria, così come previsto dalla Legge 328/00, oggi pressoché inesistente.
Tutto ciò dipende dalla Regione e dal Commissario ad ACTA Zingaretti.
Questo per consentire una rivisitazione strutturale dell’Atto Aziendale, elaborato dai “Saggi” della Direzione Generale della ASL di Frosinone e per riequilibrare le Strutture Complesse e Semplici, ed intervenire sul ridimensionamento del numero di Poli Ospedalieri che prevedono 2 poli con 3 Direzioni Sanitarie.
CGIL, CISL, UIL di Frosinone dissentono dall’impostazione di tale bozza sin dalle basi dei suoi principi ispiratori, perché di fatto sembra rappresentare solo ed esclusivamente un documento di tipo ragionieristico da fornire alla Regione Lazio, senza proporre alcun salto di qualità per i servizi sanitari erogati in provincia di Frosinone e, in sintesi, non corrisponde nemmeno minimamente a quanto auspicato per il bene dei cittadini.
Ma CGIL – CISL e UIL vogliono essere delle controparti di proposta e quindi invitano il Presidente Zingaretti a puntare non al breve ma al lungo termine, non confidando quindi su una convinzione, tutt’altro che fondata, che si tratti di una sorta di “atto di transizione”, in quanto tale temporaneità non si evince affatto dalle Linee Guida Regionali.
Va programmato, quindi, il recupero progressivo di tutto ciò che tra il 2008 e il 2012 la AUSL di Frosinone si è sostanzialmente vista scippare in ambito regionale, in termini di numero di posti letto e di personale dipendente. Evidenziamo infatti l’inadeguatezza del numero di posti letto complessivamente previsti dal nuovo atto aziendale in base al numero di abitanti censiti dall’ISTAT all’1/1/2010, ossia n. 497.849 abitanti, a fronte di n. 1328 posti letto per acuti di cui 1018 pubblici.
Il Decreto Legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito in legge n. 135 del 7 agosto 2012 prevede la media di 3,7 posti letto per ogni 1000 abitanti, ciònonostante in provincia di Frosinone il Decreto Regionale n. 80 ha ridimensionato per il comprensorio di Frosinone tali LEA a 2,7 posti letto ogni 1000 abitanti, comprensivi peraltro di quelli afferenti alle strutture private accreditate.
Per quanto riguarda il personale invece da circa 6.500 unità appartenenti all’area medica, non medica e del comparto siamo passati attualmente ad appena 3.985 unità di cui ben 263 risultano ancora assunti con contratti di lavoro precario. Un dato questo però da mettere in esplicita relazione con l’alta percentuale di addetti sanitari e tecnici che hanno limitazioni professionali per motivi di salute, per cui è indispensabile riportare nell’atto in argomento un preciso monitoraggio di tale situazione di fatto, che rischia di fornire altrimenti una rappresentazione assolutamente falsata, continuando così a compromettere la possibilità di ottenere le necessarie ed urgenti deroghe da parte regionale per implementare gli organici dei ruoli più in “sofferenza”.
Proprio nel momento in cui è necessario ed urgente trasferire le cure dall’Ospedale al Territorio, al fine di riorganizzare un sistema troppo costoso e migliorare la qualità dei servizi per le persone nell’ambito dei LEA e del diritto costituzionalmente riconosciuto ad essere curati, si propone di fatto la smobilitazione del territorio.
Per tali considerazioni è assolutamente inaccettabile per CGIL, CISL e UIL di Frosinone la proposta di Atto Aziendale 2013 della AUSL, in quanto risente ancora di una visione “ospedalocentrica” della cura e che va in direzione esattamente opposta all’inderogabile necessità di trasferire il più possibile le cure sul territorio, dove devono interagire i vari soggetti della comunità (MMG, Volontariato, Enti Locali, etc.) e dove il Distretto è la sede naturale affinchè ciò si realizzi.