Di Palma (CISL): far rispettare la legge, senza abbassare la guardia, per garantire sicurezza nei luoghi di lavoro
La sentenza della Corte di Assise di Torino che ha condannato a 16 anni il manager della Thyssen per omicidio volontario per la morte dei 7 operai rappresenta, senza dubbio, una sentenza che farà storia nella legislazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Così dichiara Domenico Di Palma, segretario generale aggiunto della CISL di Frosinone, il quale, riferendosi ai recenti dati sull’attività di vigilanza svolta dalle ASL della Regione Lazio, manifesta forte preoccupazione per la gravità della situazione, in tema di sicurezza, di lavoro sommerso e nero che esiste dentro il complesso mondo del lavoro anche nella provincia di Frosinone.
Nonostante i dati più o meno rassicuranti che vengono dagli uffici provinciali delegati al controllo, alla vigilanza ed ispezione nei luoghi di lavoro, la situazione, continua Di Palma, pur presentando punti di eccellenza e punti chiaro-scuri, impone un’attenzione serrata. Mai abbassare la guardia.
Leggendo i dati, a più largo spettro territoriale, 5904 i cantieri ispezionati nel 2010 di questi oltre 2400 presentano condizioni di illegalità o comunque di scarso rispetto delle norme sulla sicurezza con evidenti pericoli per i lavoratori, costretti, data la crisi, a lavorare in nero con forti evasioni previdenziali e fiscali.
Di questi 122 sono stati sequestrati, 3834 le violazioni rilevate.
Numeri diffusi dalla Commissione regionale sulla sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro nella Regione Lazio.
Il lavoro dei Spresal (servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) delle ASL, secondo quanto divulgato da detta commissione, precisa il dirigente sindacale, è stato superiore per efficienza ed efficacia al dovuto nel 2010.
Sono a rischio i futuri livelli di controllo anche e soprattutto per carenza di personale nei Spresal laziali, dove, negli ultimi tre anni, si è dovuto registrare un calo del 13,5%, passando dalle 438 unità del 2009 alle 379 del corrente anno. I dipendenti con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria sono passati da 223 a 199, quando in Europa il livello standard è di 240 unità.
Numeri che, assieme ad un criterio discutibile per cui le Regioni, si legge dalla relazione della suindicata commissione, continua Di Palma, devono garantire controlli sul 5% delle aziende presenti sul territorio, danno la dimensione di un problema che va oltre il numero degli addetti impiegati.
Nel Lazio, infatti, sono state vigilate 12.332 aziende su un totale di 211mila, vale a dire il 5,84 per cento del totale.
Una “filosofia” conclude Di Palma che certamente non aiuta a debellare fenomeni di lavoro nero, di illegalità più o meno diffusa, lasciando i lavoratori in balia di incertezze comportamentali e di controllo che alla fine vanno nella direzione, forse non volutamente, di quanti continuano ad operare nel chiaro scuro o, peggio, nel buio del non rispetto delle norme di sicurezza e trasparenza.
Ufficio stampa e comunicazione Cisl Frosinone