Di Palma (Cisl): non abbassare la guardia contro il lavoro nero
Il lavoro nero o sommerso continua ad essere uno dei temi all’attenzione del mondo del lavoro legale e regolare e quello sindacale.
Lo sfruttamento dei più deboli – dice Domenico Di Palma, segretario generale aggiunto della CISL di Frosinone, è ancora forte nonostante le azioni di vigilanza e di repressione da parte degli organismi provinciali preposti.
Il fenomeno del lavoro nero, in una situazione di crisi e di una
globalizzazione selvaggia, continua Di Palma, si allarga in maniera esponenziale con risvolti negativi sulla sicurezza e salute dei lavoratori e sugli aspetti evasivi per fini fiscali e previdenziali.
Un danno per l’economia regolare ed una maniera per arricchire le sacche mafiose che, come squali, sono sempre pronti a rubare le forze, le energie di tanti lavoratori, non sempre extracomunitari più o meno regolari ma anche italiani, costretti a sottostare per necessità individuali o familiari al ricatto del capolarato.
Il Censis, recentemente, fa notare Di Palma, ha calcolato che circa un
quarto della popolazione lavorativa italiana ha lavorato a nero, nel sommerso.
L’Istat ci ha fornito un dato allarmante e carico di preoccupazione : nel 2009 sono stati almeno 2 milioni e 600mila i lavoratori in nero nel nostro Paese.
Facendo le dovute proporzioni, anche nella nostra provincia il fenomeno è in crescita.
L’azione sindacale – continua il dirigente sindacale – è stata rivolta e continua versus tale fenomeno. Nel settore tessile, ad esempio, sindacato ed imprenditori hanno trovato un percorso innovativo dei contratti di gradualità,consistente, tramite la contrattazione territoriale ed aziendale, nella graduale regolarizzazione salariale e previdenziale.
Queste esperienze si sono diffuse dagli anni 90 ad oggi fino alla
costituzione in tutte le province dei CLES,comitati per il lavoro e l’emersione del sommerso che vanno rinforzati avendo obiettivi non solo di indirizzo ma di intervento.
Non mancano – dice ancora Di Palma – gli strumenti per spezzare lo
sfruttamento del lavoro sommerso utilizzando al meglio la normativa contenuta nel testo unico sull’immigrazione che prevede percorsi precisi al fine di evitare la tratta di esseri umani.
Come si diceva, pur in mancanza di stime ufficiali, si può agevolmente
ipotizzare, dato il perdurare della crisi, che il lavoro nero sia in aumento,utilizzato scorrettamente da quelle imprese per comprimere i costi in reazione alla riduzione di commesse o in risposta ai segnali, seppur incerti, di ripresa.
Tali fenomeni vanno contrastati a garanzia delle imprese oneste e dei
lavoratori con un piano straordinario da parte degli organismi provinciali preposti.
Si ridia spazio e fiato alla bilateralità delle parti sociali e
l’utilizzo delle forme contrattuali più adeguate (contratti di emersione e voucher) per ridurre il dilagante fenomeno, rischiando di fare della nostra provincia una terra spinta verso lidi di povertà senza ritorno.
Frosinone, 24 Giugno 2010 Ufficio stampa e comunicazione CISL Frosinone