Di Palma (Cisl): Tenere alta la guardia contro il lavoro sommerso e le illegalità
E’ di questi giorni la notizia da parte degli uffici statistici nazionali che nel nostro Paese l’economia sommersa, dice Domenico Di Palma, segretario generale aggiunto della CISL di Frosinone, vale da un minimo di 255 ad un massimo di 275 miliardi di euro, pari ad oltre il 37% del prodotto interno lordo.
Cifra dovuta in gran parte al lavoro nero, sommerso, illegale che si irradia, con dimensioni e quantità diverse, in lungo ed in largo anche sul nostro territorio.
I settori più coinvolti, continua il dirigente CISL, il tessile, l’abbigliamento, le calzature con il 13,7%; altri prodotti industriali con l’11%; alimentari, bevande e tabacco con il 10,7%. Il top è il settore dei servizi (alberghi e pubblici servizi) con oltre il 56%, seguito dai servizi domestici (52,9%). L’industria nel totale raggiunge , come sommerso, l’11,7%, l’agricoltura il 31%. Il settore dell’edilizia va oltre il 28%.
Cifre da capogiro che evidenziano, dice Di Palma, un quadro preoccupante, come ben evidenziato anche dalla recente relazione sull’attività di vigilanza nel primo trimestre 2011 da parte degli Uffici provinciali del lavoro e degli Uffici ispettivi della nostra provincia..
Quello del lavoro sommerso è senza dubbio una piaga che sta compromettendo settori vitali del nostro sistema produttivo.
Alla luce dei dati riportati dalla suindicata relazione, continua il dirigente della CISL, viene fuori un quadro che va verso il senso cromatico del nero.
Non può essere usata la crisi come alibi, secondo alcune posizioni dichiarate anche a livello alto di responsabilità, per giustificare un fenomeno – quello del lavoro nero, sommerso e della illegalità – che toglie ossigeno alle tante imprese che vivono, al contrario, una condizione di legalità, colpendo pesantemente anche il nostro sistema contributivo e fiscale che deve registrare pericolose forme di evasione ed elusione.
Così non si può andare avanti – tuona Di Palma – : non si può condividere chi vuole ridurre, colpevolizzando erroneamente la cosiddetta burocrazia, in maniera drastica, i tempi e le modalità di vigilanza, come previsto nello schema del decreto (art.7) recanti disposizioni urgenti per l’economia, con il quale si pensa di unificare il sistema di controllo con una cadenza al massimo semestrale e con una durata che non può andare oltre i 15 giorni.
Come non condividere, continua il segretario generale aggiunto CISL, le preoccupazioni dei dirigenti della Direzione provinciale del lavoro e del Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso di Frosinone, espresse tramite l’attenta relazione sull’attività di vigilanza nel 1° trimestre del corrente anno redatta dal Servizio Ispezione Lavoro e dalla relazione sulla situazione del mercato del lavoro nella nostra provincia?!
Malgrado i grandi numeri, di seguito sinteticamente analizzati, va detto che il lavoro degli ispettori – solo 42 ispettori per un territorio e quantità di rilievo – pur in presenza di tagli orizzontali che tagliano la “testa” anche a situazioni di particolare urgenza, costituisce indubbiamente un baluardo, una fortezza contro i diversi modi di alcune imprese ed operatori disonesti di eludere e violare la legge, mettendo concretamente in pericolo la salute di tanti lavoratori.
Su 426 aziende controllate, infatti nel primo trimestre 2011, sono risultate irregolari, non in linea con la legislazione sul lavoro, ben 266, con oltre 300 lavoratori irregolari su un totale di 1393 occupati.
I settori più coinvolti sono quelli dell’edilizia e dei servizi dove il tasso di irregolarità è rispettivamente il 48% e del 28% delle irregolarità accertate.
Dal confronto tra i dati dello scorso anno e quelli di oggi, è evidente, conclude nella sua analisi, Domenico Di Palma, quanto sia incidente e determinante il ruolo ispettivo nella lotta contro il fenomeno purulento del sommerso e della illegalità nel mondo del lavoro.
Ufficio stampa e comunicazione CISL Frosinone