Documento Cgil Cisl Uil per il confronto con il Governo
CGIL CISL UIL intendono mettere al centro della propria iniziativa e al
centro delle scelte del Paese il tema della sua crescita economica e sociale e dello sviluppo sostenibile.
L’Italia – dopo anni di stagnazione – ha ripreso oggi a crescere, in un quadro di congiuntura internazionale ed europea favorevole, ed è prevedibile che questa tendenza possa continuare nei prossimi anni. Malgrado i ritardi accumulati e le debolezze strutturali del nostro sistema economico, questa ripresa indica che una riorganizzazione delle politiche di sviluppo oggi appare indispensabile proprio per allargare la dimensione qualitativa e quantitativa in atto, fare aumentare investimenti, produttività e lavoro di qualità, ridare al Mezzogiorno e alle altre aree rimaste indietro una diversa prospettiva di sviluppo e di occupazione.
Per far questo, non occorrono ricette miracolose, ma chiari e coordinati obiettivi e strumenti di intervento, nel campo della ricerca e dell’innovazione, nella promozione di produzioni di qualità, di politiche commerciali moderne e di difesa dei nostri prodotti, nella riduzione delle posizioni di rendita e di apertura regolata alla concorrenza, nello snellimento burocratico e nella certezza del diritto, nelle scelte energetiche – capaci di ridurre la dipendenza del Paese – e nello sviluppo delle fonti rinnovabili, nella soluzione dei problemi delle infrastrutture e dei trasporti, nella ripresa di una politica per il Mezzogiorno.
CGIL CISL UIL ritengono pertanto essenziale che questi temi rappresentino il primo punto di confronto tra sindacati, Governo e imprese, anche per segnare, di fronte al fallimento delle politiche liberiste, un cambio profondo di metodo di governo e di relazioni fondato su una concertazione trasparente.
L’approvazione della legge finanziaria – che pure presenta, accanto adelementi positivi, problemi irrisolti e zone d’ombra – ha consentito una importante messa al riparo dei conti pubblici italiani, le cui grandezze sono peggiorate nel quinquennio precedente.
La finanziaria – unitamente allo sviluppo in atto – può liberare risorse pubbliche aggiuntive senza pesare sull’indebitamento, alla condizione di selezionare con cura priorità e scelte. D’altro canto risorse considerevoli dovranno rendersi disponibili con la prosecuzione della lotta all’evasione fiscale e contributiva che grazie all’azione del sindacato ed alle conseguenti politiche assunte dal Governo ha ottenuto già considerevoli risultati.
CGIL CISL UIL ritengono necessario avviare scelte di politica economica che si propongono l’obiettivo della crescita delle retribuzioni dei lavoratori ed una politica fiscale che riduca il peso del fisco sul lavoro dipendente; chiedono insieme di sostenere i redditi dei pensionati, delle famiglie e investimenti sia produttivi sia destinati a fondamentali servizi dello stato sociale.
Ricerca, istruzione e formazione, non autosufficienza, politiche del lavoro e ammortizzatori sociali, casa, ambiente riordino del sistema di compartecipazione ed eliminazione dei nuovi ticket introdotti dalla Finanziaria sono le priorità che andranno affrontate nel confronto con il Governo. Senza una crescita dei redditi di lavoro e da pensione, la domanda dei consumi interni è destinata a restare bassa, orientando solo verso la domanda internazionale lo sviluppo della produzione.
La difesa dei salari e delle pensioni passa anche attraverso una politica dei redditi concertata con gli Enti locali, su fisco, tariffe, prestazioni sociali, attenta – oltre che alle ragioni dei bilanci – alle condizioni di vita dei cittadini.
CGIL CISL UIL sono impegnati, territorio per territorio, con primi accordi significativi già raggiunti, a contrastare qualunque automatismo tra il rigore del patto di stabilità convenuto con il governo centrale e la ricaduta negativa sul reddito di pensionati e lavoratori, evitando che il federalismo fiscale possa dispiegarsi su tre livelli di tassazione.
CGIL CISL UIL chiedono che per la prossima legge finanziaria vi sia un unico tavolo di confronto istituzionale con tutti i livelli istituzionali : Stato, Regioni, Comuni.
E’ necessario un impegno deciso e trasparente delle politiche regionali e locali sulla riqualificazione della spesa pubblica, ridefinendo priorità e contrastando gli sprechi, sulla efficienza della pubblica amministrazione regionale e locale, sul miglioramento di costi, tariffe e qualità dei servizi locali, sulla partecipazione alla lotta contro evasione e lavoro irregolare, su una drastica riduzione dei costi della politica.
Sul tema delle liberalizzazioni CGIL CISL e UIL chiedono un confronto con il Governo.
Per sostenere uno sviluppo duraturo e di qualità è fondamentale una pubblica amministrazione moderna ed efficiente . Pertanto CGIL CISL UIL confermano il loro impegno per una profonda riforma delle pubblica amministrazione che le renda più efficaci più snelle più trasparenti in grado di gestire servizi e funzioni di qualità crescente.
Negli ultimi mesi una ben orchestrata campagna di opinione pubblica è stata utilizzata nei confronti del lavoro pubblico, nascondendo così le vere responsabilità e principalmente le ingerenze della politica nel governo e gestione diretta della pubblica amministrazione.
Il memorandum sottoscritto con il Governo è invece il terreno giusto per una politica riformatrice.
Regioni, Province e Comuni devono essere impegnati in tale confronto non solo perché la maggior parte delle funzioni svolte si colloca nei territori, ma perché proprio qui è possibile introdurre e generalizzare le migliori pratiche e i risultati positivi.
Come afferma il memorandum, la formazione, la valorizzazione del lavoro pubblico, il superamento della precarietà sono elementi fondamentali per una reale politica di riforma ed anche il rinnovo dei contratti su basi nuove.
Anche in materia di previdenza è in atto una manovra dai toni e contenuti inaccettabili, capace solo di generare confusioni e insicurezze per lavoratori e
pensionati, proprio mentre, a partire dalla scelta dell’uso del TFR, c’è bisogno di un’informazione trasparente, serena, corretta..
Il sistema pensionistico italiano è tra i più equilibrati d’Europa,le riforme realizzate negli ultimi 15 anni hanno conseguito ingenti risparmi e un equilibrio sostanziale.
CGIL CISL e UIL ritengono necessario introdurre elementi di maggiore equità sociale nel sistema pensionistico al fine di renderlo più adeguato ai mutamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi e al mutato quadro demografico.
A tale scopo vanno eliminate le distorsioni introdotte dalla legge 243/2004, ripristinando la flessibilità dell’età pensionabile nel sistema contributivo e
superando l’iniquo scalone previsto a decorrere dal 1 gennaio 2008 per il diritto alla pensione di anzianità.
CGIL CISL e UIL dicono no alla modifica dei coefficienti di trasformazione delle pensioni in quanto tale modifica si configurerebbe come socialmente insostenibile, soprattutto per le giovani generazioni.
CGIL CISL e UIL ritengono altresì necessario introdurre tutta una serie di nuove misure tese ad estendere diritti e tutele, anche in relazione al mutare delle dinamiche del mercato del lavoro, per tutelare i giovani, i redditi bassi, i lavoratori precari, stagionali, saltuari, part time, e per garantire una vita dignitosa ai lavoratori anziani garantendo il potere di acquisto delle pensioni.
CGIL CISL e UIL ritengono che per poter raggiungere gli obiettivi individuati sia necessario:
separare la spesa previdenziale da quella assistenziale;
completare il processo di armonizzazione delle regole, soprattutto sul
versante delle aliquote contributive e nel rapporto tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi e continuare nella lotta all’evasione e all’elusione
contributiva, facendo rispettare le regole ed intensificando i controlli;
estendere i diritti e le tutele alle lavoratrici e ai lavoratori che oggi ne sono esclusi, anche con una profonda riforma degli ammortizzatori sociali e
ridefinire la normativa per la copertura figurativa per i periodi di congedo parentale e per il lavoro di cura;
estendere ai lavoratori parasubordinati l’insieme dei diritti sociali a partita da una piena tutela in materia di malattia, maternità, infortuni, indennità di disoccupazione e sostegno al reddito.
prevedere anche per tutte le forme di lavoro misure volte a garantire il diritto reale alla costruzione di una previdenza complementare a quella pubblica.
Urgente è, inoltre, la estensione ai lavoratori dipendenti del pubblico impiego.
E’ necessario mantenere la Covip come autorità autonoma di vigilanza sulle forme di gestione della previdenza complementare;
rivedere la normativa della totalizzazione dei contributi per garantire a tutti i lavoratori la possibilità di avere un unico trattamento di pensione e riconoscere i periodi derivanti dalla contribuzione “silente” ai fini dell’accesso alla prestazione pensionistica di vecchiaia,
riprendere l’iniziativa e portare a compimento la normativa relativa ai lavori usuranti,
ridefinire complessivamente la normativa sui diritti sociali dei lavoratori migranti, prevedendo anche nei loro confronti l’estensione degli stessi diritti di cui godono i lavoratori italiani, da molti dei quali sono attualmente esclusi;
promuovere una politica dell’invecchiamento attivo che individui una serie di sistemi efficaci per incentivare la permanenza volontaria al lavoro nonostante il raggiungimento del diritto a pensione;
garantire alle pensioni il loro potere di acquisto come previsto dall’art. 11 della legge 503/92, a partire dalle pensioni sostenute da contributi lavorativi:
di conseguenza è necessario realizzare una rivalutazione monetaria delle pensioni in essere; definire misure correttive della attuale perequazione
automatica e conseguire anche interventi di riduzione del carico fiscale sia a livello centrale che locale, tenendo conto anche della esigenza di intervenire sul sistema delle rette e delle tariffe, a partire dai redditi più bassi, senza favorire le fasce di evasione;
superare del tutto il divieto di cumulo tra pensione e lavoro;
4 Cgil, Cisl, Uil chiedono al governo, preliminarmente al confronto, l’assunzione collegiale di una posizione di merito.
Come già richiesto da CGIL CISL UIL in sede di valutazione della legge finanziaria, è necessario dare seguito alla “centralità della lotta alla precarietà del lavoro, con impegni alla stabilizzazione occupazionale nei settori pubblici e privati attraverso la definizione di un piano di legislatura per la stabilità e la buona occupazione”.
Gli indirizzi che devono orientare il confronto sul mercato del lavoro, sono:
La centralità del lavoro a tempo indeterminato, cui peraltro sono finalizzate le norme sul cuneo fiscale, che devono trovare coerente attuazione e conseguente intervento sulle altre tipologie di lavoro;
La lotta al lavoro nero e sommerso anche attuando le norme contenute in Legge Finanziaria;
Il sostegno e il rafforzamento del ruolo e degli ambiti della contrattazione collettiva;
l’intervento negoziale sull’organizzazione del lavoro che deveprevedere, oltre la regolazione attenta al ricorso alle tipologie non
standard di impiego maggiore tutela salariale, previdenziale, sociale,ambiente e sicurezza e della formazione al fine di evitare forme di
dumping tra lavoratori.
Si dovrà intervenire sui processi di terziarizzazione in coerenza con quanto già in via di definizione nei tavoli aperti sugli appalti di opere pubbliche ed è necessario un tavolo generale per il codice di tutti gli appalti .
Centrale è la riforma e il finanziamento degli ammortizzatori sociali da estendere ai settori attualmente esclusi. Essi dovranno avere un carattere, comunque “attivo” a sostegno del reddito nei casi sia di difficoltà temporanea dell’impresa, sia di reimpiego per perdita del lavoro, sia , specificatamente, per i lavori discontinui.
CGIL CISL UIL , in un quadro di confronto sui temi della crescita edello sviluppo, e ferme restando le relative posizioni in tema di modelli contrattuali, e le prerogative dei contratti collettivi, sono interessati a ricercare soluzioni capaci di rafforzare, incentivare ed estendere la contrattazione di secondo livello, utilizzando una politica fiscale di sostegno.
In questo modo si potrà stabilire una connessione positiva tra l’adozione di politiche economiche ed “industriali” capaci di fare crescere i fattori di produttività del sistema, con quelli degli investimenti e dei processi aziendali, rafforzando assieme qualità e quantità della contrattazione collettiva.
CGIL CISL UIL , assumendo questi obiettivi ritengono che essi possonoaiutare il paese nella fase presente, e migliorare le condizioni dei giovani, dei
lavoratori, degli anziani.
Questo sarà ancora più possibile, se tali obiettivi – e quegli altri che già segnano l’azione del sindacato come in tema di migranti – saranno discussi e condivisi dalla maggior parte dei lavoratori e dei pensionati che i sindacati rappresentano.
CGIL CISL UIL promuovono per questo una campagna generalizzata diassemblee in tutti i luoghi di lavoro e nei territori per fare vivere la partecipazione come scelta fondante della nostra democrazia e della nostra rappresentanza.
Roma, 5 febbraio 2007