Lo scorso 10 luglio è stato siglato l’accordo tra Governo e parti sociali sulle pensioni più basse, che interessa buona parte dei pensionati. Gianfranco Casali, segretario provinciale della FNP (Federazione Nazionale Pensionati) della Cisl di Frosinone, ha espresso la sua cauta soddisfazione, partecipando a tutti gli iscritti all’organizzazione, al comitato direttivo, agli agenti sociali, all’Anteas e al collegio sindacale le principali novità della nuova conquista sindacale e l’intenzione di non abbassare la guardia e di continuare la lotta per raggiungere ovviamente la maggiore tutela per tutti i pensionati. Lo abbiamo incontrato e non è stato difficile ottenere da lui una completa ed interessante intervista.
Cosa ne pensa del nuovo accordo il segretario della più grande categoria degli iscritti alla Cisl di Frosinone?
“L’intesa costituisce una tappa storica nella vicenda sociale e rivendicativa della categoria”, ha esordito Casali, che ha poi continuato: “Si tratta di un accordo in forte discontinuità con il passato. Non dobbiamo nascondere la nostra profonda soddisfazione, ma non dobbiamo nemmeno lasciarci andare a troppi facili entusiasmi o a inutili trionfalismi”.
Quali sono le novità più positive e quali i pericoli che potrebbero nascondersi dietro questa trattativa andata finalmente a buon fine?
“Certamente è stata una trattativa innovativa, anche se snervante ed incerta, che ha aperto al popolo delle “pantere grigie” il tavolo della contrattazione, durata oltre due mesi. La nostra Federazione è stata molto determinata sia nei confronti del governo che all’interno del movimento sindacale unitario. Si tratta, però, soltanto del primo importante passo per il recupero della nostra dignità di pensionati e della nostra forza contrattuale, come pure per il riconoscimento della categoria dei pensionati come autorità sociale. Ma non è ancora tutto! La strada che abbiamo davanti è molto lunga. Resta aperta la nostra battaglia. Il pericolo potrebbe essere quello della smobilitazione, di sentirci appagati da questo primo risultato, di abbandonare la lotta per ampliare la platea degli anziani tutelati e di non tenere nella giusta considerazione le altre pensioni in essere. Dobbiamo essere coscienti che l’accordo raggiunto è sì soddisfacente, ma che non è ancora un’intesa definitiva. E’ necessario, quindi tenere alto il livello di mobilitazione. Solo così potremo far crescere il nostro potere contrattuale, punto dolente della trattativa appena conclusa”.
Il risultato raggiunto equivale comunque alla quasi totalità della vostra piattaforma rivendicativa. Come va allora considerato, da parte vostra, il vincolo delle limitate risorse messe a disposizione?
“E’ stato ottenuto un aumento che rappresenta una base solida per il futuro, anche se non soddisfa tutti gli anziani pensionati. La prima fascia delle pensioni contributive percepirà una maggiorazione di 600 euro nei prossimi otto mesi, a partire dall’autunno 2007 e fino all’estate 2008. Tutti gli aumenti, proporzionati agli anni contributivi, vanno considerati al netto, non sono soggetti ad alcuna tassazione. E’ stata aperta la strada a successivi miglioramenti. Resta ferma la differenza fra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Non è una differenziazione discriminatoria, ma è basata soltanto sulla diversità dei contributi versati dalla due categorie. Tutelate anche le pensioni di reversibilità da reddito unico. Beneficeranno degli aumenti previsti dalla manovra. Potenziato inoltre il sistema di rivalutazione delle pensioni previdenziali fino a cinque volte il minimo (pensioni fino a 2.200 euro). Verrà portato al 100%. Fondamentale l’applicazione dell’art. 11 del d.lgs. n.503/92. Ci consentirà di sederci ogni anno al tavolo della trattativa con il Governo per la rivalutazione delle pensioni”.
Risultato economico-finanziario dunque positivo, ma quali saranno i risvolti politici dell’intesa?
“La portata politica è di rilievo eccezionale. Ripeto, è solo il primo passo, ma presto potremo cominciare a puntare anche gli altri obiettivi che sono sul tavolo della trattativa. Cercheremo di recuperare tutto quello che è rimasto ancora fuori dalla porta. A cominciare dal fondo di solidarietà per i non autosufficienti. La soluzione del problema degli incapienti, soprattutto l’eliminazione del divieto di cumulo tra pensione e retribuzione di chi continua a lavorare, favorirebbe addirittura la lotta all’evasione fiscale e contributiva.
Abbiamo appreso di alcune polemiche sorte sul conflitto intergenerazionale. Cosa ne pensa?
“E’ scandaloso e vergognoso che un esponente della maggioranza si sia mobilitato per indirizzare l’opinione pubblica verso un conflitto fra padri e figli. I Pensionati della FNP-Cisl hanno sempre sostenuto e sempre sosterranno la causa dei giovani lavoratori precari e quella delle donne sole. Ne sono prova i 200 milioni ottenuti, tutti destinati all’agevolazione del riscatto della laurea, agli ammortizzatori sociali ed alla copertura previdenziale dei periodi di disoccupazione. Per le giovani generazioni c’è la garanzia della determinazione e della costanza con cui i pensionati hanno affrontato la rivendicazione. Non pecco di immodestia se affermo che stiamo dando vita ad una vera e propria rivoluzione ideologica e culturale. In presenza di un sistema globalizzato, che vede prevalere gli interessi dei più forti, noi continueremo a mobilitarci in favore dei più poveri, dei più umili, degli ultimi insomma”.
Flaminio Grimaldi
Intervista a Gianfranco Casali, Segretario Generale FNP Cisl
dal Quotidiano “La Provincia” del 24 Luglio 2007