Il disagio lavorativo, i centri clinici e la legge regionale del Lazio. Associazioni a confronto
ROMA – 5 febbraio, ore 9,30 – Teatro Petrolini, via Rubattino, 5 (Testaccio).
Mobbing e disagio lavorativo. Il Lazio ha bisogno di una Legge regionale finalizzata a prevenire e contrastare il fenomeno.
L’Associazione Lavoro Over 40, l’Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo AISL_O e l’Associazione Atdal Over40 si confrontano sul tema, sabato 5 febbraio, alle ore 9,30 presso il Teatro Petrolini di via Rubattino a Roma.
Al dibattito interverranno, inoltre, Edoardo Monaco del Centro sul disagio da lavoro dell’Ospedale sant’Andrea, Enzo Cordaro del Centro sul disagio da lavoro Azienda Sanitaria RM/D, Maria Giuseppina Bosco del Centro sul disagio da lavoro Azienda Sanitaria RM/B e Fernando Cecchini che porta la testimonianza dello Sportello mobbing e disagio lavorativo INAS-CISL. I lavori saranno aperti da Danilo Amelina.
All’interno di un panorama complesso e a fronte di fenomeni sempre più diffusi e fuori controllo, accentuati dalla crisi economica e dal moltiplicarsi delle problematiche lavorative, è oggi più che mai indispensabile un intervento in questo campo a livello regionale. Occorre un nuovo strumento di legge con l’obbiettivo di prevedere iniziative d’informazione e formazione dei lavoratori, attuare la prevenzione ed il monitoraggio dei fenomeni del disagio lavorativo, garantire la diffusione di una cultura e di pratiche tese a migliorare la qualità della vita nei luoghi di lavoro, incrementare lo sviluppo del rispetto dei diritti della persona e la tutela dell’integrità psico-fisica, provvedere inoltre al miglioramento delle relazioni sociali nell’ambiente lavorativo. E’ necessaria perciò la realizzazione di punti di ascolto e centri terapeutici regionali al fine di contenere e monitorare i fenomeni.
Nel 2001, con la Legge costituzionale n. 3, è stata attribuita alle Regioni la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, in piena coerenza con il già consolidato sistema degli organi di vigilanza incardinati a livello regionale nelle Asl. Tale funzione è confermata dalla vigente legislazione tramite il d.lgs. 81/08 che all’art.13, comma 1 prevede: «La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dall’Azienda sanitaria locale competente per territorio […]».
Con la nuova legge, la Regione Lazio potrà dotarsi finalmente di strumenti concreti a cui le vittime potranno ricorrere, sull’esempio di quanto già avvenuto nel 2004 con la legge in materia emanata dall’ Abruzzo, a cui seguirono quelle dell’Umbria, del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.