Il Presidente Alai Cisl di Frosinone, Enrico Coppotelli a Piazza Cisl Giovani
Voglio ringraziare innanzitutto l’ALAI del Lazio e l’ALAI Nazionale che hanno permesso che una così importante manifestazione si tenesse proprio qui a Frosinone.
Grazie anche alla alla CISL del Lazio ed alla CISL di Frosinone per il supporto e grazie a tutti Voi presenti quest’oggi.
Il Valore delle Giovani Generazioni, è questo il tema sul quale dibatteremo, perché riteniamo che l’importanza che va attribuita alla riflessione sui giovani e sulle politiche giovanili sia una scelta fondamentale per poter comprendere quale sarà la società del prossimo futuro.
La progressiva frammentazione del corso di vita individuale legata alle trasformazioni del mondo del lavoro, della formazione e delle relazioni sociali che sta caratterizzando il passaggio dalla prima alla seconda modernità, ha comportato degli effetti particolarmente rilevanti tra gli adolescenti ed i giovani.
Ci sono coloro che devono ancora costruire una propria identità, chi l’ha costruita ma non ha diretto accesso alle risorse e chi, come gli attuali trentenni, ha visto cambiare le regole del gioco a metà della partita ed ha scoperto di non essere in grado di gestire le nuove richieste della società contemporanea che ci vuole far percorrere la difficile via della discontinuità lavorativa.
Il rischio sociale che si sta affacciando, ma che ancora fortunatamente non si percepisce, perché i media non ne parlano molto, è una sorta di neo – nichilismo.
Ovvero un atteggiamento secondo il quale si è senza scopo, senza risposte e senza valori, perchè – per dirlo con le parole di Nietzsche stesso “ anche i valori supremi perdono ogni valore”.
Il disagio che oggi pervade il mondo giovanile non è più esistenziale bensì culturale.
Da parecchi anni il paese è fermo, quasi paralizzato e cristallizzato. Ovviamente, in questa situazione, aumentano le differenze, le distanze, le disuguaglianze tra ceto e ceto nel reddito, nei consumi, nello stile di vita.
Il lavoro, il luogo tipico della realizzazione sociale, fondamentale per acquisire un ruolo, è sempre più atipico.
Le occupazioni atipiche, parola un po’ fredda che può sembrare lontana, significa un lavoro non a tempo indeterminato bensì a termine, che può durare pochi mesi, a volte poche settimane.
Dall’ultima ricerca dell’IRES, pubblicata qualche giorno fa, si evince che le due Regioni in Italia che utilizzano maggiormente i cosiddetti “nuovi contratti” sono la Calabria ed il Lazio e che in queste Regioni l’80% dei nuovi assunti hanno contratti di lavoro atipici.
Cosa vuole dire questo, se vogliamo nobilitare il dato possiamo dire che nella Nostra Regione c’è una occupazione flessibile, ma se vogliamo guardare in faccia la realtà dobbiamo dire che nella Nostra Regione c’è una occupazione precaria.
Perchè nella Nostra Provincia e nella Nostra Regione più precarietà e non flessibilità?
La flessibilità è legata ad un’idea che di occasioni di lavoro, posti di lavoro, se ne formino molti e quindi ci sia la possibilità di lasciare un lavoro e trovarne un altro.
In Europa, specialmente nel nord Europa, si è cercato di legare a questo sistema una nuova condizione che si chiama Flexsecurity.
Significa che quando una persona è nella fase di lasciare un lavoro e trovarne un altro viene accompagnato e tutelato.
Ma non da quei vecchi sistemi che in Italia si chiamano ammortizzatori sociali, come ad esempio la cassa integrazione ed altre forme.
Con la Flexsecurity si viene sempre considerati lavoratori e lo stato eroga un reddito, cosiddetto di cittadinanza, legato alla formazione per rimanere nel mercato del lavoro.
Mentre in Italia si chiama precarietà perché quando una persona termina un lavoro è virtualmente fuori dal mercato, fuori dal sistema.
Questa proliferazione di contratti atipici trova origine in una convenienza da parte delle imprese, che lo giustificano come start – up, ma poi sono a rinnovo continuo.
Convenienti per le imprese perchè non essendo regolati, a parte il lavoro somministrato (il vecchio interinale), da CCNL di riferimento, vengono scarsamente retribuiti ed i versamenti previdenziali obbligatori sono ancora troppo esigui.
Infatti, sempre secondo la ricerca dell’IRES, i redditi medi annui dei giovani Lavoratori Atipici non supera gli 8.800 euro ovvero circa 733 euro mensili.
Senza la possibilità di avere una previdenza complementare, che Dio solo sa quanto è importante in un sistema pensionistico basato sul calcolo contributivo, ovvero con i contributi realmente versati nell’arco della vita lavorativa.
Per questi motivi il nuovo Governo, ed il Segretario Generale Raffaele Bonanni l’ha più volte sollecitato, dovrà porre i giovani al centro delle politiche per il lavoro.
Chi accetta, o ha necessità di accettare un lavoro flessibile e lavora di più, ha il diritto di essere retribuito meglio.
Il Sindacato CISL deve essere un punto d’incontro per dare ai giovani una lettura del lavoro diversa da quella che normalmente prospettano tutti.
Migliorare il Nostro posizionamento strategico al fine di aggregare, rappresentare e tutelare il mondo dei lavoratori Atipici far prendere coscienza ai giovani che l’appartenenza è un requisito imprescindibile e la relazione con l’altro ci accresce non ci diluisce.
Essere in grado di mutare e riformarsi tanto quanto la società odierna e vedere l’aggregazione, come la PIAZZA CISL GIOVANI che andiamo a celebrare oggi, come il desiderio di costruire qualche cosa.
Noi oggi vogliamo lasciare un segno nella realtà per generare qualcosa di nuovo.
GRAZIE.
Enrico Coppotelli – Presidente Alai Cisl Frosinone