Industria 4.0, SmartCities devono diventare tra le opportunità di crescita e per aiutare i Giovani che non studiano e non lavorano
COPPOTELLI CISL: Poiché saranno le città intelligenti ad avere sui propri territori le Industrie 4.0, dovranno essere le prime a gestire gli effetti sociali di questo fenomeno e dire che nei prossimi quattro anni ben 5 milioni di posti di lavoro verranno sostituiti dall’automazione è vero, occorre per questo guidare il cambiamento attraverso riqualificazione e soprattutto alternanza Scuola e Lavoro.
Il Tema delle SmartCities hanno riempito le locandine dei Convegni nella nostra Provincia ma ad oggi ancora non se ne vedono i reali effetti, il progressivo miglioramento dei servizi offerti ai giovani deve essere accompagnato ad un mix di azioni che dovranno coniugare prossimità fisica con progetti tesi alla riduzione della disoccupazione e dei problemi sociali attraverso un costante orientamento lavorativo e scolastico, questa sarà in sintesi una delle proposte che la CISL porterà al tavolo dei relatori il prossimo 13 dicembre, presso l’Amministrazione Provinciale di Frosinone al Convegno “Welfare e nuovo sviluppo per i giovani del Territorio”. I giovani vanno informati delle opportunità, vanno guidati e gli va fatto capire che i confini devono diventare orizzonti.
Davvero condivisibile e soprattutto di grande prospettiva il tema sollecitato nei giorni scorsi dall’Ing. Felicetto Massa Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Frosinone ed un Sindacato moderno come la CISL deve adoperarsi, sollecitare e creare più advocacy possibile intorno al tema, perché dobbiamo informare e formare i nostri giovani, creando le condizioni per lo sviluppo del loro futuro già nelle scuole.
Per queste ragioni, parlando dei nuovi modelli e le sfide per il futuro per le industrie e le città, non devono essere glissati aspetti importanti relativi alle integrazioni con temi sociali come la disoccupazione e l’inattività giovanile.
Industria 4.0 e SmartCities fanno pensare a modalità operative in cui tutto funziona al meglio, dove gli ultimi che sono in tanti, non trovano impiego e realizzazione professionale, questo non è assolutamente pensabile, dire che nei prossimi quattro anni ben 5 milioni di posti di lavoro verranno sostituiti dall’automazione è vero, per questo diventa focale far agire tutti gli attori economici, sociali ed istituzionali per aiutare e guidare un cambiamento attraverso riqualificazione e soprattutto alternanza Scuola e Lavoro.
Abbiamo bisogno di processi che attengono al lavoro, che riducono e non allargano la forbice della diseguaglianza, ma guai a non avere una visione sulla quarta rivoluzione industriale, ma allo stesso modo guai se insieme a questo non affrontassimo il tema del cambiamento del lavoro, dunque il cambiamento sociale del lavoro. Perché in questo ci sono i diritti di cittadinanza e del lavoro, protagonisti a pieno titolo di questo cambiamento. Non possiamo lasciare tutto al mercato.
La CISL è convinta che l’automazione e la digitalizzazione possano rendere il lavoro di più grande qualità, così come siamo convinti che sgravare dalla fatica e dalla pericolosità il lavoro crea condizioni di equità ed eguaglianza, ma questo significa rendere esigibile, per ogni lavoratore, la formazione e l’aggiornamento professionale, significa una contrattazione del lavoro sicuramente molto accentuata nell’azienda, dunque di secondo livello, che metta al centro questi temi e renda protagonisti, responsabili e attori consapevoli i lavoratori e le lavoratrici. Non dobbiamo recuperare solo i ritardi in innovazione e ricerca, che negli ultimi 15 anni drammaticamente abbiamo avuto, ma serve anche una politica che sceglie di essere amica del lavoro, con la valorizzazione della partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici e soprattutto la grande inclusione dei giovani.
La via Italiana ad Industria 4.0 deve essere un tavolo costante e continuo, per proiettarci verso l’innovazione ma includendo le persone ed il lavoro.