Intervista a Donato Galeone già Segretario Generale UST Cisl di Frosinone e autore della pubblicazione “IL lavoro contrattato e partecipato”
I 60 anni della Cisl in Italia, nel Lazio e nella nostra Provincia, nel richiamare il passato e leggendo la Sua testimonianza, indica ai più giovani lavoratori che l’impegno sindacale è proponibile anche ai nostri giorni.
Possiamo verificare per poi confermare che la proposta storica della Cisl e proponibile anche nel 2010? Dalla nostra storia sindacale possiamo verificare – dai comportamenti – che la proposta quasi secolare della Cisl, sindacato democratico non confessionale, non può non essere riconosciuta praticabile anche nel 2010, quale associazione di lavoratori, aperta ad una moderna contrattazione articolata a tutti i livelli ed alla partecipazione contestuale dei lavoratori ai nuovi modi del produrre beneficiando – per effetto dello sviluppo tecnologico innovativo – della quota spettante anche alla produttività del lavoro, contrattandone i compensi o gli utili di impresa.
Perché il “lavoro contrattato e partecipato” proprio in presenza di un grave ciclo economico di crisi del lavoro che manca e di una crescita scarsissima della produzione di beni e servizi ?
E’ da confermare, innanzitutto, l’essenzialità della crescita della nostra economia per sviluppare occupazione e produzioni di oltre l’1% annuale. Ecco perchè un sindacato democratico di lavoratori non propone crisi dei Governi, anzi, sollecita al Governo una fiscalità, non pagata prevalentemente da lavoratori e pensionati, ma ritenute fiscali eque per orientarle sia verso il graduale superamento del ciclo di crisi che verso il sostegno dei redditi da lavoro. E’ altrettanto necessario, per soddisfare gli indispensabili consumi minimi di vita individuali e famigliari, proprio in presenza delle crisi aziendali ed in assenza di lavoro produttivo, sollevare o ridurre le tasse sul lavoro e pensioni, per alimentare almeno i consumi di prima necessità
Ma oggi la Cisl continua a proporre di tutelare il lavoro più che contrattare il lavoro che manca ed in presenza delle riduzioni di ore di lavoro compensate con la cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga. Come si concilia la urgenza delle tutele alla contrattazione del lavoro e alla partecipazione agli utili produttivi del lavoro ?
Tutelare ed estendere le tutele per sopravvivenza, in momenti di crisi, è l’emergenza sociale primaria che, con gli ammortizzatori sociali ed i sostegni INPS ai mancati redditi da lavoro produttivo – proprio perché non possono e non devono essere configurati di lunga durata – non concorrono a favorire la indispensabile crescita dell’economia e, con essa, la occupazione produttiva. Le tutele per sopravvivere alimentano soltanto le povertà – se non contestualmente – ieri come oggi – diamo priorità al lavoro con un visibile e graduale aumento dei posti di lavori che, forse e perdurando i tempi di crisi, non compenseranno neppure le quantità di occupazione perduta con l’estendersi delle cessate attività produttive anche nel Lazio e nella nostra Provincia. Non esistono priorità – a mio avviso – tra tutela sociale e lavoro contrattato e/o partecipato perché sono tutti momenti diversificati e interdipendenti della persona tanto nella società che nel luogo di lavoro. Si tratta, quindi, di regolare le condizioni di lavoro mediante la contrattazione a tutti i livelli – normativi ed economici – in presenza delle innovazioni tecnologiche ed il nuovo modo del produrre che richiedono un lavoro partecipato mirato alla produttività ed agli utili conseguiti anche con il lavoro e non solo con le macchine e attrezzature robotizzate programmate come già avviene e come si lavorerà anche alla FIAT di Cassino.
Flaminio Grimaldi – Ufficio stampa Cisl