LA CRISI DIMENTICATA? Sarà deleterio anche nella nostra Provincia il taglio dei Lavoratori delle Amministrazioni Centrali dello stato e le loro diramazioni
La Segreteria Provinciale della FELSA – CISL di Frosinone, per voce del Segretario Generale Enrico Coppotelli, denuncia la grave situazione che sta per verificarsi e in alcuni casi si è già verificata, in relazione al taglio del lavoro precario presso la Pubblica Amministrazione previsto dalla manovra di bilancio varata a luglio (decreto n. 78/2010 convertito in legge n. 122/2010).
Il ricorso al lavoro atipico nella Pubblica Amministrazione, spiega Coppotelli, è figlio del blocco del turn over nelle amministrazioni e del mancato adeguamento, attraverso pubblici concorsi, delle piante organiche degli enti, come più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali.
Adesso tali lavoratori chiamati a svolgere un lavoro, spesso ordinario e strutturale negli enti, utile perché produce servizi necessari ai cittadini e alle imprese, vengono cancellati con un colpo di spugna per contribuire al ripiano dei conti pubblici.
Questa vera e propria crisi, che non riguarda l’industria ma servizi resi ai cittadini presso enti previdenziali e ministeri da parte di migliaia di lavoratori, è una crisi dimenticata e nascosta.
Sarà per la natura temporanea dei contratti di questi lavoratori, che li rende meno forti e visibili, che davvero la loro situazione è rimasta finora un po’ sottotraccia. Anche nella nostra Provincia il taglio comporterà nocumento, disservizi e problemi socialmente rilevanti. Proprio per scongiurare tale situazione, la Segreteria Nazionale della FELSA – CISL, sta chiedendo al Parlamento e alle forze politiche di sospendere il taglio previsto nella manovra che comporterà comunque un costo in termini di sostegno al reddito e di ammortizzatori sociali previsti dalla legge e in termini di ulteriori spese per interventi che potranno essere messi in campo dalla bilateralità di settore. L’impegno che il Sindacato sta mettendo in campo su questa vicenda è a 360 gradi perché il lavoro va tutelato e se precario ancora di più.