Lavoro: E’ Legge la nuova disciplina delle professioni non regolamentate
E’ stato approvato dalla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati il disegno di legge n. 3270 che disciplina le professioni non regolamentate.
Ne da notizia il Segretario Generale della Felsa Cisl di Frosinone Stefano Tomaselli che ritiene “un traguardo importante il riconoscimento delle attività professionali vitali per il funzionamento della nostra società e del tessuto economico del Paese. Esse costituiscono espressione di un contesto economico dinamico ed in espansione, frutto del costante adeguamento alle mutevoli esigenze del mercato e all’incalzante progresso scientifico e tecnologico”.
Aggiunge Tomaselli: Con questa legge, si è voluto dare rappresentanza al mondo delle professioni non regolamentate in ordini o collegi, che nel corso degli ultimi anni si sono sviluppate con intensità crescente nell’ambito del mercato del lavoro accanto alle professioni ordinistiche e offrire altresì tutele e garanzie a tutti coloro che quotidianamente usufruiscono delle prestazione e dei servizi “. Si tratta, in effetti, di professioni non regolamentate diffuse in particolare nel settore dei servizi, ma anche nei settori come arti, scienze, cura alla persona e servizi alle imprese come ad esempio amministratori di condominio, fisioterapisti, osteopati, naturopati, interpreti etc..
La legge che disciplina le professioni non regolamentate, arrivata finalmente dopo oltre 30 anni ha come destinatari oltre due milioni di professionisti che già svolgono la propria attività senza albo, ordini o collegi e che possono ora costituire associazioni professionali (con natura privatistica, fondate su base volontaria e senza vincolo di rappresentanza esclusiva), con il fine di valorizzare le competenze degli associati, diffondere tra di essi il rispetto delle regole deontologiche, favorendo la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza. Le associazioni professionali promuovono altresì la formazione permanente dei propri iscritti, adottano un codice di condotta, vigilano sulla condotta professionale degli associati, stabiliscono le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo codice e promuovono forme di garanzia a tutela dell’utente, tra cui l’attivazione di uno sportello di riferimento per il cittadino consumatore.