Marco Vaccaro (Segretario Generale Fai Cisl): Relazione Congressuale
Il Congresso è il momento più importante per un sindacato come siamo e vogliamo continuare ad essere noi della FAI-CISL.
Un sindacato fondato sull’ associazione di Lavoratori, quindi autonomo e non strumento di altri, che compie le proprie analisi, effettua le proprie scelte al proprio interno, nei propri organismi; il Congresso è l’appuntamento fondamentale con i “soci” per decidere insieme le linee guida, le persone ed i programmi, in collaborazione e nel rispetto degli indirizzi della Cisl.
Questo è un momento importante per me, perché è il mio primo congresso da Segretario Generale della categoria.
Tutto ha inizio quasi per caso. Ricordo benissimo il mio primo giorno di lavoro in Nestlè; stavo lavorando sulla linea che produce i coni gelato tutto impacciato e disorientato come chiunque, del resto, il primo giorno di lavoro; non conoscevo nessuno e per me era la prima volta che lavoravo in linea per la produzione all’interno d’una azienda dato che provenivo dalla manutenzione, per lo più esterna, della ex Videocolor.
Si avvicinò un signore e mi disse: “Tu sei nuovo vero?” “Sì” dissi io, “Come ti trovi?” Mà, un po’ così…disorientato, mi abituerò.” “Bene, più tardi passa Mangiapelo che vuole parlarti!” e se ne andò.
Io rimasi lì, un po’ pensieroso: Mangiapelo….e che è? Che roba è? E soprattutto che vò?!!! Ma se è una persona, che caspita de soprannome ha? – eh si perché non avendo mai sentito un cognome del genere, pensai fosse un appellativo- “ Dovrà essere sicuramente uno dalla presenza massiccia!”
Preso, comunque, dalla foga del lavoro che non può essere trascurato neanche per un istante, dimenticai l’arrivo di questo personaggio fino a quando non mi sentii toccare sulla spalla da un Lavoratore normale, dall’aspetto simpatico, disponibile ad ascoltare anche uno appena assunto e molto insicuro in quell’ambito: era Mangiapelo, Nino Mangiapelo.
Feci subito amicizia e mi presentò il resto del gruppo, della banda oserei quasi dire: tutti uniti, tutti concordi, tutti amici sotto un unico logo: quello della FAI.
“ Mi piacerebbe tanto farne parte” dissi a Nino, e da allora cominciò un cammino tortuoso ma interessante che mi ha portato qui da voi e con voi!
Il sindacato non lo conoscevo, o meglio non sapevo dell’esistenza di molte Federazioni che poi a loro volta compongono la Confederazione; possibile –pensavo- che ci siano tutte queste categorie l’una diversa dall’altra ed ognuna con una propria struttura?
RSU, RSA, SAS, FAI, FISBA, UST, RLS mamma mia che confusione; ho impiegato un po’ di tempo per capire bene di cosa si stava parlando…forse, anzi è certo, tanti ancora – come me fino a poco tempo fa- non sanno o ignorano il fatto che il sindacato tutela e rappresenta Lavoratori e Lavoratrici, Pensionati e Pensionate ed affronta giornalmente problemi molto complessi.
SITUAZIONE ECONOMICA
L’attuale situazione economica mondiale è davvero poco rassicurante, tra proclami di catastrofi ancora da venire e dichiarazioni rassicuranti, un dato è sotto gli occhi di tutti, nell’ultimo periodo sono andati “bruciati” centinaia, migliaia di milioni di Euro.
Molti erano soldi inventati, ma anche dalla loro “sparizione” è derivata la perdita di posti di lavoro.
Quando le cose- in generale intendo- vanno bene è semplice gestire, dirigere o amministrare un’azienda, una società, un Paese. Ma oggi, oggi che la situazione è particolare e strana, al sindacato spetta confrontarsi con una circostanza economica e sociale caratterizzata, da anni,da bassi livelli di crescita, con innumerevoli problemi irrisolti; non dimentichiamo lo stratosferico debito pubblico, i mutamenti nel sistema produttivo e nel mercato del lavoro, la crisi fiscale, il progressivo aggravarsi delle condizioni di vita dei Lavoratori e lo scandaloso (per non dire schifoso) divario sempre più evidente tra ricchi e poveri.
Da ultimo la crisi devastante dei mercati finanziari. Forse ce lo aspettavamo tutti, ma tutti ci auguravamo che non succedesse; quasi senza preavviso sono crollati i castelli di carta dell’economia mondiale della finanza che creava ricchezze e povertà al di sopra e quasi al di fuori dell’economia reale.
Avevamo perso il lume della ragione, non si creava più benessere con il lavoro, con la produzione di beni da vendere; anzi il lavoro sembrava aver perso ogni valore poichè oscurato dalle speculazioni finanziarie incontrollate.
Ed i Lavoratori? Bè, i Lavoratori oltre al lavoro ci hanno rimesso i risparmi attratti dalle lusinghe dei venditori di favole che pure hanno avuto credito nella nostra società nell’ultimo periodo.
Alla fine i manager, quelli pagati con centinaia di milioni di Euro, dopo aver provocato catastrofi, hanno continuato come se niente fosse, il loro lavoro non solo nelle industrie private, ma anche nelle aziende pubbliche.
Speriamo soltanto che il crollo finanziario dello scorso anno ci faccia tornare a ragionare, a riscoprire il valore della vera economia e quindi del lavoro.
Questa è la nostra prima richiesta forte: ridare valore al lavoro, tornare a considerare i Lavoratori per quello che sono, persone che costruiscono ricchezza e che hanno perciò diritto ad una parte del denaro che producono. Senza i Lavoratori ci può essere solo speculazione e la speculazione non porta da nessuna parte.
SITUAZIONE POLITICA
Ed ecco che in questa condizione di degrado politico-civile è semplice attaccare il sindacato attribuendogli un ruolo conservatore in difesa di rendite ormai consolidate e tutto, però, senza fare alcuna distinzione.
Invece è opportuno farla una distinzione, e pure importante: il nostro sindacato,
la CISL, è fondato sulla autonomia e sulla partecipazione, dove nulla è più importante dell’associato….associato e non iscritto.
Per la CISL è fondamentale ridare animo alla contrattazione, alla partecipazione, alla concertazione ed a tutti quegli strumenti della democrazia economica che rendono trasparente la relazione tra
profitto ed investimento, tra entrate e redistribuzione; sentirsi parte responsabile del proprio destino
è senza dubbio un elemento basilare per un ottimo equilibrio tra società e cittadino, tra Lavoratore ed impresa.
Non a caso il nostro Segretario Generale Augusto Cianfoni sostiene che “per evitare la deriva serve più Stato, dando un ruolo nuovo alla politica facendo partecipare attivamente le comunità mediante strumenti che esaltino la responsabilità per nuove politiche destinate alla crescita ed alla qualità
della vita”. Parole sagge che non soltanto noi sindacalisti dovremmo sempre tenere a mente.
In un tempo dove pare obbligatorio essere o di una parte o dell’altra, forse proprio la nostra autonomia da più fastidio; non rinunceremo mai al nostro essere associazione sindacale all’insegna dell’autonomia, della partecipazione e della solidarietà.
Le battaglie sindacali, ricorda il nostro Segretario Generale della CISL Raffaele Bonanni, non si vincono con il braccio di ferro ma lavorando incessantemente per costruire l’accordo in ogni occasione propizia.
Anche il Papa ci da coraggio: Bonanni lo ha incontrato il 31 Gennaio e Benedetto XVI non ha perso occasione per ricordare che affrontare la crisi dell’economia in uno spirito collaborativo e concertativo si può, con un sindacato moderno ed attento alla persona. La Chiesa , ha aggiunto, apprezza il ruolo fondamentale del sindacato e Vi è vicina oggi come ieri; noi di questa vicinanza ne andiamo fieri!
Bisogna ridare la giusta importanza al Lavoratore: qualcuno ci dirà che siamo “antichi” ma per noi i risultati economici vengono creati tanto dall’ imprenditore quanto dal Lavoratore.
I tempi, paradossalmente, sono propizi al cambiamento perché, come diceva Pastore, “i periodi di crisi rappresentano occasioni eccezionali ed irripetibili per operare veri cambiamenti”.
Di questa occasione noi vogliamo essere parte importante, vogliamo ridisegnare insieme i cambiamenti per costruire un futuro migliore.
La CISL parte proprio da questi ideali chiari impostandoli come obiettivi principali per rilanciare un nuovo metodo di lavoro basato sulla responsabilità e sull’impegno di tutti, sulle tutele sociali, e sulla salvaguardia e sicurezza del Lavoratore.
Bisogna finirla con “i bollettini di guerra”! Così li chiama il nostro giornale “Conquiste del lavoro” il quale troppo spesso ci fa un chiaro elenco di tutti gli incidenti che accadono nella nostra Italia, così martoriata dalla crisi, così tormentata dalle innumerevoli disgrazie che colpiscono quei poveri Lavoratori i quali non fanno altro che portare dentro le proprie mura quattro soldi.
Il male è lì, dietro l’angolo e sempre pronto, non va mai in ferie, anche in quelle aziende scrupolose ed attente; ma la crisi e la tendenza al risparmio a volte spinge le imprese a non mettere a norma gli impianti ed è così che si commette lo sbaglio più grande, ed è così che la vita del Lavoratore viene messa in pericolo.
Di sicurezza ce n’è ancor meno per coloro che lavorano non avendo un contratto; infatti in un mercato che tende a restringersi, si allarga sempre più lo spazio per il lavoro nero. Il lavoro irregolare e gli infortuni sul lavoro sono in gran parte connessi tra loro e presenti soprattutto in quelle realtà degli appalti o subappalti ad aziendole o piccole dittarelle con Lavoratori poco qualificati, con scarsi investimenti e con basse tecnologie.
La CISL da sempre ha dato grande importanza al ruolo del RLS cercando di potenziare ancor più questa figura.
La grande disoccupazione porta all’arrangiarsi: tutti coloro che fino a qualche tempo fa svolgevano normale attività all’interno di aziende, trovandosi senza occupazione perché in cassa integrazione o in mobilità, si arrangiano come possono improvvisandosi falegnami, pittori, manovali, muratori, trascurando con la loro inesperienza nel campo, tutte quelle semplicissime e basilari norme sulla
sicurezza.
Si capisce, ed è normale che ciò avvenga: quando la Cassa Integrazione o la Mobilità non basta per tutte le esigenze famigliari, bisogna cercare per forza un’altra alternativa che porti qualche altro spicciolo nelle tasche.
Non a caso la CISL da tempo batte il pugno per ottenere una potente operazione di protezione sociale dei ceti più vulnerabili destinata a tradursi in immediati consumi a sostegno dell’economia.
Fortunatamente il Governo s’è mosso quasi ascoltando le nostre parole: consideriamo difatti positiva l’apertura ai settori finora scoperti della Cassa Integrazione come l’artigianato, i servizi e le piccole aziende.
Dobbiamo tenere sempre bene a mente che per salvaguardare l’occupazione, dobbiamo difendere la nostra industria; solo in questo modo abbiamo salvo il futuro, la certezza economica.
Mi verrebbe quasi spontaneo un pensiero derivante da un dato di fatto: l’anno scorso in Italia sono state vendute oltre 300 mila automobili in meno. In situazioni di crisi la riduzione dei consumi provoca difficoltà all’industria. Ma se tutti gli italiani che nel 2008 hanno comprato un’auto non italiana si fossero chiesti se era davvero così necessario averne una straniera avrebbero potuto salvare il posto di lavoro di molto concittadini. Non esiste proprio, tra i prodotti italiani,
un’auto che soddisfi le nostre esigenze?
Questo ragionamento vale per tutti i beni di consumo. Se solo, quando facciamo acquisti, pensassimo di più alle conseguenze dei nostri gesti, potremmo contribuire alla crescita del Paese. E un sano consumismo nazionale, se trasformato in abitudine, garantirebbe benessere duraturo alle nostre aziende e alle nostre famiglie.
Quando arriva il momento di cambiare, quando arriva il momento di voltare pagina noi della CISL ci siamo sempre distinti ed evidenziati; il caso della riforma sulla contrattazione è un esempio lampante. In ragione dei profondi cambiamenti del sistema produttivo e del mercato del lavoro, l’accordo sul modello contrattuale del ’93 ha pian piano perso quella capacità, che fin’ora ha svolto efficacemente, di tutelare il salario contrattuale dei Lavoratori dall’inflazione.
Ed allora ecco le grandi novità: estensione a tutti i settori della contrattazione aziendale o territoriale, più forza e certezza al Contratto Collettivo Nazionale nel pubblico e nel privato, durata triennale dei Contratti Nazionali per la parte economica e normativa.
Questo tanto per ricordare che la CISL punta sulla contrattazione per far ripartire il Paese.
RITROVARE IL NOSTRO TERRITORIO
Quando pensiamo alla nostra realtà provinciale è difficile non essere presi dallo sconforto. Una realtà al limite del collasso, alla deriva, intorno alla quale si continuano a fare chiacchiere a vuoto.
Qualche anno fa eravamo una provincia industrializzata che godeva del suo territorio, ancora con una forte capacità attrattiva. Oggi un territorio da cui tutti vogliono fuggire.
E se l’imprenditorialità locale è scarsa e quella esterna vuole andare via, stiamo messi davvero male!
La provincia di Frosinone gode di una posizione invidiabile: tra Roma e Napoli, attraversata da sempre dall’autostrada, con doppia linea ferroviaria, di cui una superveloce, con un aeroporto militare esistente.
Questi dovrebbero essere elementi forti di attrattiva, idonei per consentire un ragionamento di serio sviluppo.
Ma per realizzare qualsiasi progetto ci vuole il governo del territorio e qui inizia l’elenco delle cose incomprensibili e delle omissioni a cominciare dalla nostra regione governata da un consiglio composto da una stragrande maggioranza di componenti eletti dalla provincia di Roma, oltre 50 su 72 , di cui solo cinque della nostra provincia.
Di questi cinque forse non ricordiamo nemmeno il nome, tanta è la loro vicinanza al territorio che dovrebbero rappresentare.
Dicevamo che negli anni 60 Frosinone era una realtà che attraeva investimenti, sicuramente per l’esistenza della Cassa per il Mezzogiorno. Ma di questa opportunità non abbiamo saputo fare
davvero un buono uso se la situazione è diventata quella di oggi tant’è vero che le ultime realtà industriali, chiudono o tentano la fuga.
Come sindacato più che discutere di sviluppo e di nuove prospettive di crescita, discutiamo di cassa integrazione o di mobilità.
Eclatante in questo senso il nuovo “schiaffo” di Anagni, la Videocon, che dalle tante promesse ha costretto ai blocchi autostradali.
E di questa realtà potremmo parlare fino a domani. Mio padre è uno di quelli che dopo 20 anni di onorato servizio in Videocolor senza neanche un giorno di malattia, dopo una bella carriera, dopo aver seguito, passo dopo passo, l’intero smontaggio della fabbrica taiwanese del plasma e portata qui ad Anagni, si ritrova da tre mesi in Cassa Integrazione e come lui altri 1.100 dipendenti .
Tutti quei bei progetti? Tutte quelle chiacchiere? Nulla! … I macchinari smontati e poi portati qui ora sono comodi alloggi (da milioni di Euro) per topi, gatti, cani perché incustoditamente accantonati fuori dai capannoni.
Ma ogni categoria ha il suo dramma; nel nostro settore la Carlsberg, una azienda con macchinari moderni, senza problemi strutturali, chiude senza che nessuno voglia rilevarla. Parte anche qui la Cassa Integrazione ed in contemporanea una mobilità volontaria e poco incentivata (nonostante i nostri grandi sforzi) che può favorire solo coloro che, vicini al pensionamento, decidono di abbandonare la loro occupazione prematuramente.
Ed ai giovani dell’azienda cosa rimane da fare? Stiamo cercando disperatamente un acquirente serio e con un briciolo di piano industriale che possa quantomeno garantire l’occupazione a coloro che la pensione la vedono come una cosa molto lontana.
Intanto Carlsberg altrove continua a produrre.
Come Cisl negli ultimi anni abbiamo sottoscritto una miriade di protocolli d’intesa, senza che avessero gli esiti attesi. Noi come sindacato la nostra parte tentiamo di farla, ma gli altri ? E perché non riusciamo a costringere le nostre controparti pubbliche e private a svolgere la loro ?
Nella nostra provincia abbiamo perso la politica e la politica, il governo locale, ha perso una serie interminabile di appuntamenti.
Per la posizione della provincia sembrerebbe logico l’esistenza di un collegamento viario serio tra Pescara e Latina ed invece sono oltre 50 anni che si sta realizzando un opera ancora non terminata ma già inadeguata e che comunque si fermerà a Ferentino.
Latina e Frosinone, province interdipendenti per vocazione e per potenzialità di sviluppo, distanti appena cinquanta chilometri, eppure non comunicanti.
Quando si iniziò a parlare di interporto nel Lazio a sud di Roma, erano candidati i siti di Valmontone e Frosinone, poi si decise di favorire Frosinone. Ma a Valmontone persa l’opportunità dell’interporto si realizzò subito l’outlet, in funzione già da 5 anni; qui si discute ancora di come impostare l’interporto.
Fiuggi, una realtà economica a dimensione mondiale; era! Ed ora una struttura in piena crisi, prosciugata di tutte le sue vere opportunità. Ma il nostro territorio è pur sempre questo, con tutte le sue caratteristiche positive; occorre riscoprire e trovare gli uomini giusti per ricostruire il nostro futuro di Lavoratori in questa provincia.
E che ci sia la possibilità di un futuro migliore ne siamo fortemente convinti, altrimenti non saremo qui oggi e non faremmo certi tipi di discorsi!
RICOSTRUIRE IL FUTURO, QUELLO NOSTRO!
La situazione nazionale ed internazionale è quella che conosciamo e di cui abbiamo detto qualche particolare; la situazione locale sembra ancora peggiore, in evidenza solo per aspetti negativi, quali il tasso di inquinamento e le sofferenze bancarie.
Guarda caso proprio qualche giorno fa è scoppiato un gravissimo scandalo che riguarda il nostro caro fiume Sacco. Leggevo sul giornale: “contaminati e non curabili”… bella roba!!!
Su un campione di 400 persone che abitano lungo il fiume, 256 sono risultate positive al betaesacloroesano, sostanza che giace nel sangue in modo permanente e nel tempo provoca gravi patologie. L’inquinamento del fiume Sacco è purtroppo un problema esistente da anni e da sempre sottovalutato; ora che il gravissimo danno è venuto a galla è scontato che bisogna agire ed anche in fretta.
Perciò basta perder tempo…bisogna bonificare l’ambiente…non possono ancora morire avvelenate le mucche e non è più amministrabile un fiume come discarica a cielo aperto per le nefandezze degli avventurieri della produzione senza vincoli!
Però bisogna dire che noi ciociari sappiamo come salvaguardare il nostro territorio dall’inquinamento e dalla sporcizia…per risolvere i problemi basta chiudere l’Allevamento Suini di Patrica! Ci accorgiamo dei problemi solo quando ormai è troppo tardi; non sappiamo analizzare i fatti per quel che sono: se l’allevamento di Patrica forse recava qualche piccolo, piccolissimo fastidio ai nostri preziosi nasini, in compenso non inquinava ed in più dava lavoro a dei padri di famiglia; quella realtà non avrebbe mai conosciuto la crisi perché legata ad un mercato mondiale molto forte: prosciutto di Parma e San Daniele. Altre aziende hanno prima inquinato il nostro bel territorio, poi hanno chiuso le “baracche” fregandosene dei “burattini”…della serie “sedotti ed abbandonati”!!!
Ma al di là delle crisi e degli inquinamenti, siamo convinti che si possa ancora ragionare di futuro e di sviluppo perché i presupposti ci sono; la Ciociaria deve riscoprire la sua vocazione storica e geografica, che la pone in uno snodo strategico dei traffici e degli scambi.
Solo con queste premesse si può pensare ad una ripresa di sviluppo del territorio, rispetto alle esigenze dei nostri figli, per essere in grado di consegnare a loro ciò che i nostri padri hanno lasciato.
AGRICOLTURA
L’agricoltura non è un settore in declino…forse è un po’ dimenticato; è ancora il settore primario, quello che produce il nostro cibo, quello che ci può conservare l’ambiente e che è alla base vera di ogni sano sviluppo.
Nel settore agricolo allargato facciamo rientrare anche la tutela ambientale e la forestazione. Settore quest’ultimo lasciato davvero nel più totale abbandono.
Nel 1980 erano impegnati nella forestazione della nostra provincia circa 1000 lavoratori quasi tutti associati con l’allora FISBA di Carlo Galuppi il quale furbescamente, notando un bacino non indifferente di ipotetiche associazioni, seguì con molta cura quel settore oggi definitivamente abbandonato essendo sopraggiunta la “moda” degli appalti, con il risultato dell’azzeramento dell’occupazione “regolare”.
I nostri boschi sono una ricchezza inutilizzata a livello produttivo, ambientale, paesaggistico, turistico e di tutela del territorio. Basta fare una piccola passeggiata nelle nostre montagne, dopo esser stati anche solo per caso su quelle del nord Italia, per comprendere come potrebbero essere e cosa, ahimè, non sono.
Ideale per la nostra realtà sarebbe una regia a livello regionale ed un impegno diretto delle Comunità Montane, d’intesa naturalmente con i comuni, affinché si crei una unica unità decisionale del Lazio, dato che attualmente la forestazione è divisa tra Agricoltura ed Ambiente ed ognuno delle sezioni viaggia separatamente a seconda delle inclinazioni politiche e di potere dei vari assessori.
E’ in atto il nuovo PSR, Piano di Sviluppo Rurale, ma pare che possa realizzarsi a prescindere dagli interessi dei Lavoratori.
Di questo benedetto o maledetto PSR vogliamo discutere per fare in modo che le tante risorse disponibili siano spese anche per consolidare e sviluppare l’occupazione nel settore.
Ci domandiamo ancora, ma conosciamo la risposta, quanta occupazione ha generato il PSR 2000/2006 ? In provincia di Frosinone, nel suddetto periodo, c’è stata contrazione di manodopera! Allora qualcosa non va e non vogliamo che anche per questo periodo di programmazione debba ripetersi la stessa situazione. Come sindacato dei Lavoratori agricoli vogliamo essere soggetti attivi, nonostante il ben noto parere di qualcuno che ritiene l’agricoltura una propria esclusiva.
Vorremmo un’agricoltura al passo con i tempi, con imprenditori moderni che non vogliano trovare il loro utile solo a danno della forza lavoro, magari extracomunitaria.
A questo proposito è doveroso puntualizzare che gli extracomunitari sono Lavoratori come gli altri, una ricchezza anche nella nostra agricoltura, e come tale va tutelata con tutti i mezzi a nostra disposizione.
È da considerazioni come queste che parte un protocollo d’intesa tra INAS e FAI le quali, tradizionalmente, hanno sempre collaborato come un tutt’uno. Attraverso l’aiuto di questo istituto noi riusciamo a dare un ottimo servizio ai nostri associati garantendo risposte certe e soluzioni ad ogni loro problema o quesito.
Bisogna precisare che, oltre alla collaborazione, ci lega un forte sentimento d’amicizia e rispetto, lo stesso che abbiamo con gli esperti del CAAF; il Lavoratore oltre a trovare belle ragazze e bei ragazzi, sa che nei nostri uffici c’è quella gentilezza e preparazione tipica della CISL e noi della FAI, strategicamente, contiamo sul CAAF e sull’INAS come “asso nella manica” che fa la differenza…lo spirito giusto per essere vincenti!
Tornando alla nostra situazione, un ruolo da protagonisti per un vero rilancio dell’economia, sopratutto quella agricola, devono averlo i Consorzi di Bonifica, strumenti essenziali di servizio per il settore primario e per la tutela del territorio. Mi piace a questo punto ricordare la definizione del Consorzio di Bonifica: nell’ambito territoriale di competenza essi hanno il compito di provvedere
alla realizzazione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario.
“La Bonifica, con le sue tante funzioni, costituisce un servizio fondamentale per la presenza dell’uomo e per le sue attività economiche oltre ad essere uno dei punti fermi della difesa del suolo e della sicurezza del territorio. Tante funzioni racchiuse in un unico nome: Consorzio di Bonifica,
che spesso il semplice cittadino, l’uomo che dall’azione della bonifica trae beneficio, conosce poco o non conosce per nulla. Un insieme di funzioni e compiti che il sistema della bonifica ha saputo spesso in silenzio garantire”.
Vale proprio la pena ricordare le parole del nostro Segretario Nazionale Stefano Faiotto al Convegno Nazionale sul “futuro dei Consorzi di Bonifica” svolto a Cassino che sembrano calzare a pennello dopo le esperienze dell’ultimo mese con le grandi precipitazioni. Nonostante le limitate
risorse destinate ai consorzi, le esondazioni sono state limitate anche e soprattutto dagli interventi di difesa e dall’adeguamento di alcuni corsi d’acqua. È soltanto un esempio a confronto di tutto il lavoro svolto da questi ragazzi!
INDUSTRIA ALIMENTARE
L’industria alimentare della provincia è l’esempio della crisi perenne; eppure in Italia è un settore di punta per l’export e per la produzione di valore aggiunto. E’ possibile che presso alcune realtà produttive nelle province limitrofe, alle ore 10 non si trovino più mozzarelle nei punti vendita e nel nostro territorio le aziende casearie continuino ad essere in difficoltà o a chiudere!?!
Con l’azienda Nestlè di Ferentino abbiamo dimostrato come un forte impegno anche del sindacato, in particolare della FAI, possa ribaltare situazioni negative che avrebbero portato alla dismissione; ora invece continua a garantire buona occupazione.
Forse uguale risultato si può ottenere anche nelle altre realtà…
Non possiamo perdere ulteriori pezzi, rischieremmo di annullare il settore in provincia. Un settore produttivo, significa indotto, significa servizi collegati, significa cultura locale. Questa cultura deve rimanere forte nella nostra provincia.
ORGANIZZAZIONE E RAPPORTI
Tanti i problemi, tante le cose da fare, ma questo è il nostro lavoro e per questo vogliamo attrezzarci al meglio.
Il nuovo Consiglio Direttivo sarà il nostro vero centro decisionale e ad ogni consigliere, membro, dovrà essere richiesto il massimo impegno. In questo consiglio e non solo, auspichiamo si possano coinvolgere il maggior numero possibile di donne e di giovani, perché si possano affrontare i problemi in un’ottica più completa. Il Consiglio si riunirà spesso, come ci ha insegnato Pierluigi, per fare il punto della situazione, per approfondire gli argomenti , per assumere decisioni, valorizzando le predisposizioni di ognuno.
La Segreteria dovrà essere, così come lo è stata fin’ora, un tutt’uno con il Segretario Generale.
Alla CISL territoriale chiediamo di tenere in maggiore considerazione il nostro settore e le nostre problematiche, oltre che di supportare le nostre iniziative. Da sempre godiamo di un ottimo rapporto con la UST, ecco perché quando la CISL ci chiamerà risponderemo, ma vogliamo che continui a succedere lo stesso anche nel caso contrario.
Con le altre province abbiamo tutti bisogno di una FAI Regionale più forte ed incisiva, anche nei confronti della Regione, con un Segretario preparato, perspicace e sportivo proprio come Alvaro Pedemonti.
Alla FAI Nazionale confermiamo la nostra gratitudine per il supporto concreto che continua ad offrirci, di mezzi e persone, e la nostra piena condivisione politica. L’attenzione che fin’ora non ci è mai mancata ci ha permesso molto, mi ha dato la possibilità di affiancare Pierluigi e fare esperienza sul campo con voi.
Per quanto ci riguarda sappiamo bene che dobbiamo continuare a migliorarci per essere sempre all’altezza della fiducia che in noi ripongono gli associati; ognuno di loro per noi è importante e non come numero ma come persona unica e irripetibile.
Un particolare impegno lo dovremo dedicare ancora al proselitismo, sopratutto nel settore agricolo che ci vede ancora non adeguatamente presenti.
In questo settore possiamo crescere, gli spazi ci sono e dobbiamo conquistarli.
È l’unico modo – uso un termine pesante – per non cadere in disgrazia; fin’ora Pierluigi è stato davvero bravo se non unico; ha gestito la nostra federazione, a livello economico e non solo, come un padre gestisce una famiglia. Ha saputo risparmiare, fare economia e spendere solo se necessario ed indispensabile.
Lo sforzo che dobbiamo fare tutti noi è di lavorare per un unico scopo: essere ancora più indipendenti, ancora più rappresentativi, ancora più forti di quanto lo siamo stati fin’ora; siamo tutti stanchi – utilizzo una frase di Italo ed Ambrogio- di avere le “saccocce a ciammaruca”!!!
Sappiamo tutti quanto sia importante avere delle disponibilità sufficienti e sarebbe ora che alcuni sacrifici cominciassero a diminuire! Abbiamo tutti rinunciato ai rimborsi, voi per primi, io e Pierluigi con voi, non prendendo la giusta corresponsione.
Vediamo di rimetterci tutti in gioco…tutti insieme però… perché è così che fanno le vere squadre, perché è così che possiamo essere invincibili ed inviolabili!
Lo siete sempre stati forti, dobbiamo continuare ad esserlo perchè solo così gli altri ci temeranno!
Mi sono spaventato la prima volta che ho sentito nominare Mangiapelo, ma poi ho dovuto ricredermi; mi sono spaventato la prima volta che ho partecipato al nostro direttivo nel vedere Giorgio Venditti dentro l’aula riunioni della CISL, tutto buio e lui con gli occhiali da sole scuri tipo
criminale, ma poi ho dovuto ricredermi; mi sono spaventato la prima volta che ho conosciuto Mauro: rivoleva a tutti i costi la licenza di caccia altrimenti…ma poi ho dovuto ricredermi!
Sono solo degli esempi i miei, ma è proprio questa l’arma vincente: aggredire per poi conquistare!!!
È così perché poi, conoscendovi, avete conquistato la mia stima, la mia amicizia, il mio rispetto e Pierluigi, più di chiunque altro, è stato davvero molto paziente: RSU significa… RSA invece… da non confondere con SAS, ecc. Mi ha preso al cuore nonostante le mie testardagini e capricci, ha
saputo come raddrizzare i miei errori evidenziando quelle poche capacità che ho dimostrato di avere, anche se in realtà le abbiamo tutti.
Non è soltanto un insegnante per quel che concerne il sindacato ma un vero maestro di vita; una grande guida! Non l’ho mai sentito imprecare, è sempre disponibile con tutti, anche con coloro che avrebbero meritato d’essere scacciati, non l’ho mai visto agitato, arrabbiato, o indignato; un vero esempio da seguire!
Ho perso i miei due nonni troppo presto; la Divina Provvidenza m’ha dato la possibilità di avere un sostituto alle due mancanze…spero di diventare come te, Pierluigi, anzi, con un briciolo di arroganza e prepotenza, spero di diventare meglio di te…solo perché ho il cellulare però!!!
Grazie per la pazienza ed auguri di buon lavoro al nuovo gruppo dirigente .
Grazie agli ospiti presenti, ai colleghi. Un grazie di cuore ai Lavoratori, a tutti i Lavoratori nostri assocoati che continuano a credere nella possibilità di costruire insieme, ogni giorno un vero sindacato, autonomo, partecipato e solidaristico.
Di nuovo grazie a tutti voi.
Il Segretario Generale FAI Cisl di Frosinone, Marco Vaccaro