Pensioni. Partito il confronto tra Governo e sindacati. Sbarra: “Serve una riforma nel segno dell’equita’ con un grande patto tra le generazioni”
Roma, 27 gennaio 2020 – Soddisfatta, al termine dell’incontro di oggi , la delegazione della Cisl, composta dal Segretario generale aggiunto Luigi Sbarra, dal segretario confederale Luigi Ganga e da Gigi Bonfanti, attuale reggente della Fnp Cisl.
“Il Paese si salva con un Patto tra generazioni. Meccanismi piu’ equi di pensionamento uniti a una seria politica di crescita e allo sblocco degli investimenti produttivi, sono essenziali per avviare il turnover nei luoghi di lavoro, incrementare consumi e produttivita’ di sistema, assicurare a milioni di giovani un futuro e a tanti anziani una pensione dignitosa e attiva”. Così Luigi Sbarra, al tavolo sulle pensioni con la ministra Nunzia Catalfo Catalfo. “Il tema di una maggiore e piu’ sostenibile flessibilita’ in uscita dal mercato del lavoro – ha sottolineato – deve essere considerato prioritario. I limiti del ‘sistema Fornero’ sono evidenti, a cominciare dal piu’ importante: i lavori non sono tutti uguali. Oggi noi abbiamo un problema di sostenibilita’ sociale che riguarda milioni di lavoratori che svolgono lavori faticosi, pesanti e usuranti , a cui si applicano le stesse regole di tutti gli altri. Questa distorsione va rimossa”.
Secondo la Cisl, “e’ indispensabile riprendere gli affidamenti e i contenuti dell’Intesa del 2016 con il Governo Gentiloni e rivedere regole e modalita’ in modo da adattare i criteri alle attivita’ svolte”. “Bisogna estendere la platea – ha sottolineato Sbarra – di chi puo’ accedere a forme di flessibilita’ legate al lavoro usurante e gravoso e dare continuita’ strutturale all’Ape Sociale, istituire la pensione di garanzia per tanti giovani incastrati in lavori precari e part-time, che non danno accesso a pensioni dignitose riconoscere alle donne almeno un anno di contributi in meno per ogni figlio; vanno poi avviate urgentemente le Commissioni istituzionali incaricate di dividere la spesa assistenziale da quella previdenziale e quella sul lavoro gravoso e usurante; occorre garantire le uscite a partire da 62 anni di eta’, cosi’ come 41 anni di contributi a prescindere dall’eta’ devono bastare per godersi il diritto alla pensione. Tutto cio’ senza alcun ricalcolo contributivo che sarebbe un ulteriore e inaccettabile drenaggio a spese dei futuri pensionati. Infine, e’ necessario incentivare l’adesione ai fondi previdenziale soprattutto per i giovani lavoratori”. “Chi mette in contrapposizione gli interessi dei giovani con quelli degli anziani – ha affermato Sbarra – compie un’operazione sbagliata e dannosa.
Queste riforme, insieme alla rivalutazione degli assegni pensionistici a una nuova legge sulla non autosufficienza, all’alleggerimento fiscale su pensioni e lavoro dipendente sono parti essenziali della politica di sviluppo nazionale. Meccanismi piu’ equi di pensionamento uniti a una seria politica di crescita e allo sblocco degli investimenti produttivi, sono essenziali per avviare il turnover nei luoghi di lavoro, incrementare consumi e produttivita’ di sistema, assicurare a milioni di giovani un futuro e a tanti anziani una pensione dignitosa e attiva”.
Il confronto di oggi ha avviato nei fatti il tavolo su pensioni e previdenza. “Abbiano illustrato le nostre proposte e ottenuto l’impegno a far partire subito le due Commissioni istituzionali partecipate anche dal sindacato , una tabella di marcia articolata in 5 tavoli tecnici”, ha sottolineato al termine dell’incontro Sbarra.